Nella settimana in cui esce nelle sale italiane il loro ultimo film, La ragazza senza nome, non potevamo non dedicare la nostra classifica a Jean-Pierre e Luc Dardenne. Ecco i tre migliori film dei registi belgi secondo noi!
3° Posto: Rosetta
E’ il film che ha dato notorietà internazionale ai fratelli Dardenne, un esemplare caso di cinema realista, capace di tratteggiare un quadro sociale e umano con pochi ed essenziali elementi. Una regia semplice con macchina da presa a spalla, dialoghi ridotti al minimo e assenza di colonna sonora: questi sono gli elementi principali di una messa in scena di chiara derivazione documentarista che, più che raccontare una storia, punta a mostrare una realtà che accade e si evolve davanti alla macchina da presa. I due cineasti belgi raccontano un mondo marginale, squallido e al contempo assai vitale: la vicenda di Rosetta è dunque raccontata con un pudore scevro da qualsiasi retorica e lo spaccato sociale che emerge è mostrato con una naturalità perfino brutale, ma sincera e efficace. Palma d’oro a Cannes nel 1999, oltre alla menzione speciale della giuria ecumenica e al premio alla migliore attrice conquistato dalla protagonista, l’esordiente Émilie Dequenne.
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2° Posto: L’enfant – Una storia d’amore
Attraverso le vicende di due disadattati, i fratelli Dardenne danno vita a una splendida e struggente opera umanista che descrive le fragilità, il senso di inadeguatezza e il lacerante disagio emotivo di personaggi inadatti alla vita, confinati in un sottobosco sociale infimo e meschino. Il desiderio di riscatto e la volontà di allontanarsi dalle miserie della quotidianità si scontrano con l’endemica incapacità dei due protagonisti (soprattutto di Bruno, irrimediabilmente immaturo e insicuro) di affrontare le difficoltà della vita prescindendo da sotterfugi, da piccoli o grandi egoismi personali, dal rifiuto delle proprie responsabilità. Palma d’oro a Cannes: la seconda per i cineasti belgi nel giro di sei anni dopo quella ottenuta con Rosetta (1999).
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1° Posto: Il figlio
Il nostro preferito dei fratelli Dardenne è un film segnato da un crudo realismo antispettacolare, posto al servizio di una storia di colpa e perdono, oltre che da un’elaborazione del lutto che passa per un desiderio di vendetta tanto disperato quanto confuso, dilaniante e filtrato dalla consapevolezza dell’inutilità di un gesto di ritorsione. La narrazione spoglia ed essenziale punta a mostrare una realtà che accade davanti alla macchina da presa e a cogliere le evoluzioni psicologiche dei personaggi attraverso piccoli gesti o sguardi, valorizzando silenzi carichi di inquietudine inespressa, anche grazie all’uso sapiente di una macchina da presa che segue i percorsi emotivi del protagonista chiamato a mettere in discussione la sua umanità, il suo senso morale e la sua idea di giustizia. Menzione speciale della Giuria Ecumenica e premio per la migliore interpretazione maschile (Olivier Gourmet) al Festival di Cannes 2002.
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