John
Waters
Regista statunitense. Sovrano indiscusso del cattivo gusto e tra i registi più trasgressivi e bizzarri del cinema indipendente americano e non solo, nel corso della sua carriera si è guadagnato l’epiteto di “Pope of Trash”. Iconoclasta e provocatore, debutta alla regia con alcuni corti come Hag in a Black Leather Jacket (1964) e Roman Candles (1966), iniziando a stretto giro la sua collaborazione con Harris Green Milstead, al secolo Divine, drag Queen e icona gay che fu per lui musa ricorrente e influente nonché protagonista dell’esordio nel lungometraggio di Waters, Mondo Trasho (1969), cui fa seguito Multiple Maniacs (1970). Due anni dopo è la volta di Pink Flamingos (1972), celeberrimo manifesto della sua poetica urticante, volutamente disgustosa e derisoria, che ne consacra la vocazione ostinatamente avversa ai valori occidentali e alle scorciatoie del pensiero accomodante (celeberrima la scena in cui Divine si ciba di feci canine). Tra i suoi film successivi il carnevalesco Nuovo Punk Story (Desperate Living, 1977) e Polyester (1981), primo esempio di distribuzione in Odorama, ma il riscontro popolare arriva soprattutto con Grasso è bello (Hairspray, 1988), ultimo film con Divine, scomparsa poco dopo la fine delle riprese. Dirige in seguito l’ispirato musical Cry Baby (1990), con un Johnny Depp allora in ascesa, La signora ammazzatutti (Serial Mom, 1994), satira acidula con Kathleen Turner, Pecker (1998), con protagonista Christina Ricci, e il più blando e spompo A morte Hollywood (Cecil B. DeMented, 2000), tentativo arruffato di satira sul cinema.