Lars
von Trier
30 aprile 1956, Copenaghen (Danimarca)
Premi Principali
Palma d’oro al Festival di Cannes
2002
Regista e sceneggiatore, è uno degli autori più controversi del panorama cinematografico contemporaneo. Anticonformista e provocatorio, sfrutta le potenzialità del linguaggio filmico attraverso un cinema innovativo e sperimentale, che indaga la violenza e il lato oscuro dell'animo umano. Ipocondriaco e affetto da diverse fobie, soffre di lunghi periodi di depressione che influenzano le sue opere. Si aggiunge arbitrariamente il “von” nobiliare, come fecero Erich von Stroheim e Josef von Sternberg, due autori che stima moltissimo. Esordisce con L'elemento del crimine (Forbrydelsens element, 1984), viaggio allucinato tra distopia, omaggi a Kafka e atmosfera espressionista, primo capitolo di una trilogia sull'Europa proseguita con Epidemic (1987) ed Europa (1991). A metà anni Novanta fonda, insieme al collega Thomas Vinterberg, il movimento cinematografico Dogma 95, basato su un decalogo di precise regole espresse in un manifesto programmatico. Tra i suoi film che aderiscono a questa corrente, seppur in maniera spuria, ci sono Le onde del destino (Breaking the Waves, 1996), meravigliosa opera spirituale e pessimista, Gran Premio della Giuria al Festival di Cannes, e Dancer in the Dark (2000), straordinario musical sui generis, vincitore della Palma d'oro a Cannes, con una memorabile Bjork protagonista (migliore attrice sempre a Cannes). Tra le opere successive, occupano una posizione di rilievo Dogville (2003) con Nicole Kidman, il film-scandalo Antichrist (2009), Melancholia (2011) e La casa di Jack (The House That Jack Built, 2018), summa di tutta la sua poetica.
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