Sam
Peckinpah
21 febbraio 1925, Fresno (California, USA) — 28 dicembre 1984, Inglewood (California, USA)
Regista, sceneggiatore e attore statunitense. Nel 1943 entra nei Marines e presta servizio in Cina. Si dedica in seguito alla carriera d’attore e alla televisione. Appare come comparsa ne L’invasione degli ultracorpi (Invasion of the Body Snatchers, 1956) di Don Siegel per poi esordire alla regia, cinque anni più tardi, con La morte cavalca a Rio Bravo (The Deadly Companions), al quale fa seguito Sfida nell'Alta Sierra (1962). Cineasta dal tocco sporco e ruvido, nel 1969 realizza il fondamentale punto di non ritorno Il mucchio selvaggio (The Wild Bunch), western crudo e revisionista che impone il suo stile e segna la tappa di massima deflagrazione del genere, del quale rappresenta a tutti gli effetti un disperato canto del cigno. Il film, oltre a essere nominato all’Oscar per la miglior sceneggiatura, presenta ben 3643 inquadrature in virtù di un montaggio frenetico e pieno di tagli, la più forsennata delle cifre stilistiche dell’autore. Dirige in seguito Cane di paglia (Straw Dogs, 1971) con Dustin Hoffman, allucinata parabola di follia quotidiana che fa molto discutere per la morbosità e scabrosità contenute, e Getaway! (1972), con Steve McQueen. Nel corso degli anni Settanta torna al suo genere d’elezione, il western, firmando il crepuscolare, malinconico e anti-eroico Pat Garrett & Billy the Kid (1973) e il disperato e nichilista Voglio la testa di Garcia (Bring Me the Head of Alfredo Garcia, 1974). Piegato dalla dipendenza da alcol e droghe che lo segna a lungo, il film col quale si congeda è Osterman Weekend (The Osterman Weekend) del 1983.
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