Shōhei

Imamura

15 settembre 1926, Tokyo — 30 maggio 2006, Tokyo
Premi Principali
Palma d’oro al Festival di Cannes 1997
Palma d’oro al Festival di Cannes 1983
Regista e sceneggiatore giapponese. Figlio di un medico, vive un’adolescenza contraddistinta da frequentazioni poco raccomandabili e da un contatto diretto con delle sacche di degrado. Nel 1951, alla fine degli studi all’Università di Waseda, si avvicina al teatro universitario. Recita in film di altri e diventa assistente di Yasujiro Ozu e Masaki Kobayashi presso la Shochiku. L’esordio come regista avviene con Desiderio inappagato (Hateshinaki yokubō, 1958) e i film successivi lo impongono, insieme a Nagisa Oshima e a Masahiro Shinoda, quale esponente di pregio della cosiddetta New Wave giapponese. Matura però posizioni avverse nei confronti del cinema giapponese istituzionale, a cominciare dallo stesso Ozu, e si concentra sulle tematiche più scomode, rimosse e innominabili della società giapponese lavorando in autonomia con la propria casa di produzione, la Imamura Productions. Nel 1970 realizza Storia del Giappone del dopoguerra raccontata da un barista (Nippon Sengoshi – Madamu onboro no Seikatsu, 1970), documentario a basso costo. Nel 1983 vince la Palma d'oro al Festival di Cannes con La ballata di Narayama (Narayama bushikō), basato su un romanzo di Shichiro Fukazawa. Riconoscimento che riesce a bissare nel 1997 con L’anguilla (Unagi), toccante e spiazzante racconto della redenzione di un killer che si abbandona ad atmosfere più soffuse e stempera definitivamente le intemperanze di gioventù. Dopo Acqua tiepida sotto un ponte rosso (Akai hashi no shita no nurui mizu, 2001), favola dai contorni quasi fantasy, la sua carriera si chiude con la partecipazione al film collettivo 11 settembre 2001 (11'09''01 – September 11, 2002).
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