20 Days in Mariupol
2023
Paesi
Ucraina, Usa
Genere
Documentario
Durata
95 min.
Formato
Colore
Regista
Mstyslav Chernov
Il regista e giornalista ucraino vincitore del premio Pulitzer, Mstyslav Chernov, offre uno spaccato sul lavoro dei reporter in zone di guerra e un resoconto crudo e angosciante dei 20 giorni che lui e i suoi colleghi hanno trascorso a Mariupol durante le prime settimane dell’invasione russa del febbraio 2022.
Quando a fine febbraio 2022 iniziarono ad arrivare le immagini delle città bombardate e dei combattimenti iniziati a seguito dell’invasione della Russia di Putin in terra ucraina, oltre a rappresentare un momento in cui la Storia con la esse maiuscola veniva scritta davanti ai nostri occhi, quei giorni hanno rappresentato anche un uniqum nella storia contemporanea della nostra società figlia dell’audiovisivo in tutte le sue forme. Per la prima volta, ci arrivavano immagini di guerra, di vera guerra, da un paese e da città che fino a pochi giorni prima consideravamo di fatto parte del mondo occidentale. L’Ucraina, con tutti i suoi problemi e le sue contraddizioni, era un Paese molto più vicino all’Unione Europea di quanto lo fossero i paesi mediorientali da cui eravamo abituati a vedere arrivare immagini di guerra. Per la prima volta, nella società di TikTok ed Instagram, un flusso costante di immagini devastanti arrivavano da un paese in cui non potevamo non rispecchiarci, non potevamo non pensare che, se sta succedendo lì, può succedere anche qui. E molte delle immagini che in quei giorni passavano dai telegiornali, specialmente quelle provenienti dall’assedio di Mariupol, erano filmate e inviate con mezzi di fortuna da Mstyslav Chernov e dai suoi colleghi dell’Associated Press. 20 Days in Mariupol racconta di quelle prime tre settimane di guerra, dal centro di uno dei punti più intensamente interessati dall’assalto russo, con una popolazione incredula e che improvvisamente si ritrova a nascondersi in rifugi sotterranei di fortuna per ripararsi dalle bombe. E in quanto documento storico, il film di Chernov è una testimonianza di straordinario valore. Il giornalista ucraino cattura immagini difficilissime e pericolosissime e lo fa con un coraggio e una determinazione che è impossibile non ammirare. Le immagini che vediamo sullo schermo sono così vitali che riescono anche a dare forza ad un film altrimenti molto generico e lineare, che scade spesso di un approccio fin troppo ricattatorio nei confronti dello spettatore.
Quando a fine febbraio 2022 iniziarono ad arrivare le immagini delle città bombardate e dei combattimenti iniziati a seguito dell’invasione della Russia di Putin in terra ucraina, oltre a rappresentare un momento in cui la Storia con la esse maiuscola veniva scritta davanti ai nostri occhi, quei giorni hanno rappresentato anche un uniqum nella storia contemporanea della nostra società figlia dell’audiovisivo in tutte le sue forme. Per la prima volta, ci arrivavano immagini di guerra, di vera guerra, da un paese e da città che fino a pochi giorni prima consideravamo di fatto parte del mondo occidentale. L’Ucraina, con tutti i suoi problemi e le sue contraddizioni, era un Paese molto più vicino all’Unione Europea di quanto lo fossero i paesi mediorientali da cui eravamo abituati a vedere arrivare immagini di guerra. Per la prima volta, nella società di TikTok ed Instagram, un flusso costante di immagini devastanti arrivavano da un paese in cui non potevamo non rispecchiarci, non potevamo non pensare che, se sta succedendo lì, può succedere anche qui. E molte delle immagini che in quei giorni passavano dai telegiornali, specialmente quelle provenienti dall’assedio di Mariupol, erano filmate e inviate con mezzi di fortuna da Mstyslav Chernov e dai suoi colleghi dell’Associated Press. 20 Days in Mariupol racconta di quelle prime tre settimane di guerra, dal centro di uno dei punti più intensamente interessati dall’assalto russo, con una popolazione incredula e che improvvisamente si ritrova a nascondersi in rifugi sotterranei di fortuna per ripararsi dalle bombe. E in quanto documento storico, il film di Chernov è una testimonianza di straordinario valore. Il giornalista ucraino cattura immagini difficilissime e pericolosissime e lo fa con un coraggio e una determinazione che è impossibile non ammirare. Le immagini che vediamo sullo schermo sono così vitali che riescono anche a dare forza ad un film altrimenti molto generico e lineare, che scade spesso di un approccio fin troppo ricattatorio nei confronti dello spettatore.
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