Alice
Alice
1990
Paese
Usa
Generi
Commedia, Drammatico, Sentimentale
Durata
102 min.
Formato
Colore
Regista
Woody Allen
Attori
Mia Farrow
William Hurt
Joe Mantegna
Keye Luke
Blythe Danner
Judy Davis
Alec Baldwin
Cybill Shepherd
June Squibb
L'alto-borghese Alice (Mia Farrow), stancamente sposata con Doug (William Hurt), conduce una vita all'insegna del lusso ma un sentimento di perenne insoddisfazione, frutto della rinuncia ai propri sogni e alle proprie ambizioni in favore del matrimonio, la porta inaspettatamente tra le braccia del sassofonista Joe (Joe Mantegna). Vedrà la propria vita sentimentale stravolta tra adulteri, pentimenti e pozioni magiche.
Un altro, efficace, ritratto femminile scritto e diretto da Woody Allen. Alice, interpretata da un'incantevole Mia Farrow, infelicemente sposata con un uomo avaro di complimenti che misura l'intelligenza con il denaro, trasmette con garbo la fragile sensibilità di una donna mutilata nelle emozioni che si affanna alla ricerca del tempo perduto. Calato in un'atmosfera poetica e raffinata che sublima gli impalpabili sentimenti della protagonista, il film è un elegantissimo quadro impressionista che si muove nell'Upper East Side di Manhattan, tra appartamenti di lusso e boutique della 5th Avenue, con il valore aggiunto di un'aura magica capace di mettere in scena il circo dei sentimenti (e della vita) e la complessità dell'amore con inusitata leggerezza. Sogni, spiriti ed erbe che rendono invisibili smorzano l'eccessiva freddezza che a tratti la pellicola avrebbe potuto assumere. L'unico strumento per raggiungere la felicità sembra essere la rinuncia, come esemplifica con smaccato moralismo un finale posticcio che affossa parzialmente un'opera di gran classe. «Alice, pur essendo ricca, cristiana e di estrazione borghese, assomiglia a quella di Lewis Carroll, passando attraverso la Giulietta degli spiriti di felliniana memoria» (Fernaldo Di Giammatteo). Fotografia (Carlo Di Palma), scene (Santo Loquasto) e costumi (Jeffrey Kurland) di prim'ordine. Nomination all'Oscar per la sceneggiatura.
Un altro, efficace, ritratto femminile scritto e diretto da Woody Allen. Alice, interpretata da un'incantevole Mia Farrow, infelicemente sposata con un uomo avaro di complimenti che misura l'intelligenza con il denaro, trasmette con garbo la fragile sensibilità di una donna mutilata nelle emozioni che si affanna alla ricerca del tempo perduto. Calato in un'atmosfera poetica e raffinata che sublima gli impalpabili sentimenti della protagonista, il film è un elegantissimo quadro impressionista che si muove nell'Upper East Side di Manhattan, tra appartamenti di lusso e boutique della 5th Avenue, con il valore aggiunto di un'aura magica capace di mettere in scena il circo dei sentimenti (e della vita) e la complessità dell'amore con inusitata leggerezza. Sogni, spiriti ed erbe che rendono invisibili smorzano l'eccessiva freddezza che a tratti la pellicola avrebbe potuto assumere. L'unico strumento per raggiungere la felicità sembra essere la rinuncia, come esemplifica con smaccato moralismo un finale posticcio che affossa parzialmente un'opera di gran classe. «Alice, pur essendo ricca, cristiana e di estrazione borghese, assomiglia a quella di Lewis Carroll, passando attraverso la Giulietta degli spiriti di felliniana memoria» (Fernaldo Di Giammatteo). Fotografia (Carlo Di Palma), scene (Santo Loquasto) e costumi (Jeffrey Kurland) di prim'ordine. Nomination all'Oscar per la sceneggiatura.
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