L'angelo ubriaco
Yoidore tenshi
1948
Paese
Giappone
Generi
Drammatico, Noir
Durata
98 min.
Formato
Bianco e Nero
Regista
Akira Kurosawa
Attori
Toshirō Mifune
Takashi Shimura
Reizaburō Yamamoto
Michiyo Kogure
Noriko Sengoku
Eitarō Shindō
Chōko Iida
Masao Shimizu
Tokyo, seconda metà degli anni Quaranta. Matsunaga (Toshirō Mifune), aspirante boss della yakuza affetto da tubercolosi, chiede aiuto al medico alcolizzato Sanada (Takashi Shimura). L'iniziale disprezzo reciproco lascerà presto spazio a un rapporto di sostegno e fiducia, destinato a concludersi tragicamente a causa dell'oscuro passato del giovane infermo. Superata la Seconda guerra mondiale, che impose non pochi limiti alle poetiche autoriali, Akira Kurosawa (anche sceneggiatore con Keinosuke Uekusa) realizza un'opera desiderata e sentita («È il primo film totalmente libero da condizionamenti esterni che io abbia diretto»), ispirandosi a figure reali (un capomafia e un dottore senza licenza) per denunciare il clima di miseria e desolazione che imperava dopo la fine del conflitto bellico. In un contesto malsano che metaforizza la marcescenza interiore ed esteriore (esemplare il continuo riferimento al putrido acquitrino usato come ambientazione primaria della vicenda), il fulcro narrativo diventa il rapporto tra allievo e maestro: tema ricorrente nel regista giapponese, ancor più interessante a causa di confini labili, inerenti alla statura morale dei protagonisti (entrambi non certo positivi e in continua evoluzione). E proprio questa estrema veridicità delle caratterizzazioni, simbolo di una struttura emozionale e umana sempre vagheggiata in Kurosawa, contribuisce a permeare di estremo realismo una rappresentazione comunque punteggiata da inserti espressionisti: basti pensare al continuo gioco tra luci e ombre, al montaggio serrato, all'andamento quasi insostenibile di alcuni momenti. Uno dei film che hanno segnato la cultura cinematografica nipponica, appena appesantito da alcuni didascalismi, ma comunque pregno di sequenze da antologia: impossibile non citare l'incubo di Matsanuga, giocato tra ralenti e sovrimpressioni, in cui l'uomo si sdoppia tra utopica sanità e spietata malattia. Straordinarie prove dei due protagonisti, funzionale colonna sonora di Fumio Hayasaka.
Maximal Interjector
Browser non supportato.