Durante una festa organizzata dalla ricca Mrs. Rittenhouse (Margaret Dumont) per il ritorno dell'esploratore Jeffrey Spaulding (Groucho Marx), un prezioso quadro viene rubato. L'intervento del musicista Emanuel Ravelli (Chico Marx) e di uno strano professore (Harpo Marx) si rivelerà fondamentale. Victor Heerman dirige i fratelli Marx, per la seconda volta sul grande schermo dopo Noci di cocco (Robert Florey e Joseph Santley, 1929), mettendo in scena l'omonima commedia teatrale di George S. Kaufman, Harry Ruby, Bert Kalmar e Norrie Ryskind (adattata da quest'ultimo con Pierre Collings). Il gruppo comico, ormai a proprio agio nel contesto cinematografico, contribuisce ad approfondire quei caratteri destinati a divenire marchio di fabbrica; ed è Groucho a dominare, regalando battute da antologia («Una mattina sparai a un elefante con il mio pigiama. Perché indossasse il mio pigiama, non lo so») e destrutturando il contesto algido con una dirompente carica eversiva. Straordinaria la mimica di Harpo, ma Chico, moderato e lievemente sottotono, fatica a tenere il passo e lo sviluppo risente di una certa approssimazione. Il ritmo, in ogni caso, è coinvolgente e i siparietti con Margaret Dumont esilaranti («Lei ha bellezza, fascino, denaro. Perché lei possiede molto denaro, vero? Se non ne avesse, dovremmo lasciarci»). Poca coesione narrativa, ma il divertimento è assicurato. Zeppo Marx è Horatio Jamison. Il personaggio di Spaulding verrà omaggiato da Rob Zombie nei suoi La casa dei 1000 corpi (2003) e La casa del diavolo (2005).