Blue Jasmine
Blue Jasmine
2013
Paese
Usa
Genere
Drammatico
Durata
98 min.
Formato
Colore
Regista
Woody Allen
Attori
Cate Blanchett
Alec Baldwin
Sally Hawkins
Bobby Cannavale
Louis C.K.
Andrew Dice Clay
Peter Sarsgaard
Jasmine (Cate Blanchett), donna alto borghese di ricercata eleganza in preda a un preoccupante esaurimento nervoso, raggiunge la sorella adottiva Ginger (Sally Hawkins) nel suo modesto appartamento a San Francisco, in seguito al trauma degli scandali che hanno mandato in bancarotta il marito Hal (Alec Baldwin), uomo d'affari dai traffici poco puliti. Emergeranno egoismi, menzogne e scioccanti rivelazioni celate dietro la gabbia dorata entro cui ha vissuto per anni.
Giunto al quarantatreesimo lungometraggio per il cinema, Woody Allen dimostra di avere ancora una mirabile lucidità di sguardo e confeziona uno dei suoi più complessi ritratti femminili, confrontandosi con un universo sfuggente e sfaccettato. Impeccabile nella costruzione narrativa che alterna sapientemente passato e presente, chiarendo sempre più la genesi dell'instabilità mentale della protagonista, il film mette in scena il dramma di una donna impossibilitata dal vortice delle proprie ossessioni a rinunciare a una vita all'insegna del lusso, anche nel momento del tracollo psichico e finanziario. Eccezionale la cura per il dettaglio con cui Allen ha saputo rendere tangibile l'ovattato "mondo verosimile" contraddistinto da abiti Chanel, accessori Hermès e valigie Louis Vuitton che ha schermato la protagonista dal "mondo vero" entro cui si muoveva inconsapevolmente. Il prezzo da pagare, dopo una vita vissuta nell'incapacità di assumersi responsabilità e di rapportarsi alla realtà concreta, risulta altissimo. Un eccesso di maniera nella contrapposizione tra i destini di Jasmine (Cate Blanchett) e Ginger (Sally Hawkins), separati da un'incolmabile distanza geografica (New York/San Francisco), sociale ed etica, è l'unico limite del fluido script firmato comme d'habitude dallo stesso Allen. Straordinaria Cate Blanchett nel rendere con incredibile naturalezza la deriva emotiva, le fragilità e l'algido charme di una donna segnata per sempre nello spirito, come suggerisce l'intenso finale. Meritatissimo Oscar alla migliore attrice protagonista più altre due nomination (sceneggiatura e Sally Hawkins).
Giunto al quarantatreesimo lungometraggio per il cinema, Woody Allen dimostra di avere ancora una mirabile lucidità di sguardo e confeziona uno dei suoi più complessi ritratti femminili, confrontandosi con un universo sfuggente e sfaccettato. Impeccabile nella costruzione narrativa che alterna sapientemente passato e presente, chiarendo sempre più la genesi dell'instabilità mentale della protagonista, il film mette in scena il dramma di una donna impossibilitata dal vortice delle proprie ossessioni a rinunciare a una vita all'insegna del lusso, anche nel momento del tracollo psichico e finanziario. Eccezionale la cura per il dettaglio con cui Allen ha saputo rendere tangibile l'ovattato "mondo verosimile" contraddistinto da abiti Chanel, accessori Hermès e valigie Louis Vuitton che ha schermato la protagonista dal "mondo vero" entro cui si muoveva inconsapevolmente. Il prezzo da pagare, dopo una vita vissuta nell'incapacità di assumersi responsabilità e di rapportarsi alla realtà concreta, risulta altissimo. Un eccesso di maniera nella contrapposizione tra i destini di Jasmine (Cate Blanchett) e Ginger (Sally Hawkins), separati da un'incolmabile distanza geografica (New York/San Francisco), sociale ed etica, è l'unico limite del fluido script firmato comme d'habitude dallo stesso Allen. Straordinaria Cate Blanchett nel rendere con incredibile naturalezza la deriva emotiva, le fragilità e l'algido charme di una donna segnata per sempre nello spirito, come suggerisce l'intenso finale. Meritatissimo Oscar alla migliore attrice protagonista più altre due nomination (sceneggiatura e Sally Hawkins).
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