Elle (Nathalie Lissenko) sta passando un periodo tutt'altro che semplice con suo marito (Nicolas Koline), troppo geloso e incapace di capirla fino in fondo. Un giorno, la donna si sveglia dopo aver fatto un bizzarro incubo in cui veniva tormentata da un noto detective (Ivan Mosjoukine) assoldato dal marito. Tra lei e l'investigatore nascerà un rapporto intenso, fatto di misteri e autentici sentimenti. È il film più noto che abbia diretto Ivan Mosjoukine, celebre attore sovietico trasferitosi in Francia, che qualche anno prima si era prestato al famoso esperimento realizzato da Lev Kulešov per sostenere le capacità del montaggio. Si tratta di un'opera che parte forte e che rischia molto: Mosjoukine stupisce per le scelte visive (quelle oniriche in particolare) e dimostra di avere coraggio registico da vendere, indubbiamente influenzato dalle avanguardie francesi del periodo, a partire dall'impressionismo. Peccato che la pellicola si sfilacci troppo, cali alla distanza e non sempre riesca a centrare l'adeguata coerenza narrativa. Gli stimoli sono tanti, ma si fatica a metterli insieme in un disegno compiuto. Scritto dallo stesso attore-regista.