Elvis Presley (Bruce Campbell) è vivo, anziano e risiede in un ospizio. Dovrà affrontare un’orribile creatura proveniente dall'antico Egitto. 

Il Re è ancora tra noi, ma nessuno lo sa. Un flashback ci mostra come un giorno abbia mollato la sua carriera lasciandola nelle mani del suo sosia Sebastian Haff. All'ospizio non credono che lui sia il vero Elvis, ma proprio Haff. Il Re è anziano, sì sposta con il deambulatore e ha una brutta infezione (forse qualcosa di ben più grave). Il suo compagno di stanza muore di infarto, così come altri ospiti della struttura. La causa è niente meno che una mummia proveniente dall'antico Egitto che succhia le anime delle sue vittime. Così Elvis si unirà al vecchio Jack (che crede di essere John Fitzgerald Kennedy) per porre fine al terrore. Era il caso di approfondire più del solito la narrazione di una pellicola che punta proprio su una sceneggiatura che alterna buone trovate ad alcune svolte decisamente eccessive e meno appassionanti del dovuto. Il risultato è un po’ altalenante, ma ne viene fuori una “commedia horror” che mostra la vecchiaia per ciò che è, e che parla del rimpianto per una giovinezza e una fama che sono solo un lontano ricordo; elementi che trovano in Bruce Campbell un interprete perfetto. Intrattiene, con un pizzico di malinconia, pur senza coinvolgere fino in fondo.