La caduta dell'impero americano
La Chute de l'Empire Américain
2018
Paese
Canada
Genere
Thriller
Durata
127 min.
Formato
Colore
Regista
Denys Arcand
Attori
Maxim Roy
Alexandre Landry
Vincent Leclerc
Rémy Girard
Éric Bruneau
Maripier Morin
Pierre-Paul (Alexandre Landry) ha 36 anni e nonostante un dottorato in filosofia deve lavorare come fattorino per racimolare uno stipendio appena decente. Un giorno, durante una consegna, si ritrova suo malgrado sulla scena di una rapina finita male, che lascia sull'asfalto due morti e altrettanti borsoni pieni di soldi. Cosa fare? Restare a mani vuote o prenderli e scappare? Il dubbio dura una frazione di secondo, giusto il tempo di caricare il malloppo sul furgone. Ma i guai sono appena iniziati…
Il regista canadese Denys Arcand, premio Oscar per Le invasioni barbariche (2003), torna a declinare il tema della decadenza dell’Occidente e del modello di vita a stelle e strisce, da lui già affrontato ne Il declino dell’impero americano (1986) e nel film che diciassette anni dopo gli valse, con gli stessi protagonisti, la statuetta dorata come miglior film straniero. Nel frattempo, in un presente sempre più caotico e imbarbarito, le crepe e le contraddizioni della società e del capitalismo si sono ovviamente acuite e Arcand ne approfitta per imbastire una nuova parabola, ideale chiusura di una trilogia composta dai due film già citati, che intreccia il destino individuale e l’interesse economico più cieco e ottuso, le scelte del singolo e le loro brutali conseguenze. L’America, più che una presenza geografica, è uno spettro che aleggia, e lo sguardo del regista, attraverso il pretesto di un colpo andato a rotoli, evento casuale che getta con repentina violenza la vita del protagonista davanti a un bivio, forza i confini della sua morale e ridefinisce i contorni di un’esistenza destinata, molto probabilmente, a una grigia mediocrità. I temi affrontati sono potenti e il cineasta si dimostra pienamente a suo agio con implicazioni da lui già ampiamente maneggiate e rimaneggiate, anche se la dimensione di genere evidenzia qualche crepa e il messaggio critico sotteso al film a tratti è un po’ troppo calcato, con esiti ora sguaiati ora didascalici. A cominciare dal prologo, che spiattella immediatamente molti degli elementi in gioco e vede in Donald Trump un semplicistico punto d’approdo dei vari leader politici come Bush, Berlusconi e Sarkozy. Arcand ha dichiarato di essersi ispirato a un fatto di cronaca realmente accaduto: un incidente del 2010 nel quale due persone vennero uccise in una boutique di Montréal.
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