Cafarnao
Capharnaüm
2018
Paesi
Libano, Francia, Usa
Genere
Drammatico
Durata
120 min.
Formato
Colore
Regista
Nadine Labaki
Attori
Nadine Labaki
Zain Alrafeea
Yordanos Shifera
Treasure Bankole
Fadi Youssef
Alaa Chouchniye
Medio Oriente. In un contesto di estrema difficoltà, il piccolo e determinato Zain (Zain Alrafeea) abbandona la propria famiglia e intraprende una avventura che lo avvicinerà ulteriormente ai drammi della vita, tra toccanti incontri e un rinnovato spirito di rinascita.
Regista, attrice e sceneggiatrice libanese, Nadine Labaki firma un'opera di impegno civile che si addentra tra le numerose problematiche che coinvolgono una popolazione costretta a fare i conti con un carico di sofferenza a tratti disumano. Un film che, attraverso la figura centrale del protagonista, pone il proprio focus tematico su discriminazione, sfruttamento e povertà, con sguardo studiatissimo e spesso accomodante, volto a riscuotere consensi tra chi sia disposto ad accettare un approccio che eccede nell'enfasi tradendo il proprio potenziale neorealista. L'estetica ripulita marca una distanza abissale con quanto si vede sullo schermo, ma i momenti toccanti non mancano (quantomeno nella parte centrale), soprattutto in relazione al coraggio di addentrarsi nelle pieghe di un dramma dai tratti universali. Un film che vive di stridenti contrasti, forte nei contenuti ma troppo spesso mirato a ricercare la commozione in maniera meccanica e ricattatoria, sorretto da una regia controllatissima che si concede soluzioni da grande produzione hollywoodiana. Nella parte conclusiva la retorica prende il sopravvento e alcune scelte stilistiche possono anche irritare. Recitato in gran parte da attori non professionisti. Presentato in concorso al Festival di Cannes dove ha vinto il Premio della giuria.
Regista, attrice e sceneggiatrice libanese, Nadine Labaki firma un'opera di impegno civile che si addentra tra le numerose problematiche che coinvolgono una popolazione costretta a fare i conti con un carico di sofferenza a tratti disumano. Un film che, attraverso la figura centrale del protagonista, pone il proprio focus tematico su discriminazione, sfruttamento e povertà, con sguardo studiatissimo e spesso accomodante, volto a riscuotere consensi tra chi sia disposto ad accettare un approccio che eccede nell'enfasi tradendo il proprio potenziale neorealista. L'estetica ripulita marca una distanza abissale con quanto si vede sullo schermo, ma i momenti toccanti non mancano (quantomeno nella parte centrale), soprattutto in relazione al coraggio di addentrarsi nelle pieghe di un dramma dai tratti universali. Un film che vive di stridenti contrasti, forte nei contenuti ma troppo spesso mirato a ricercare la commozione in maniera meccanica e ricattatoria, sorretto da una regia controllatissima che si concede soluzioni da grande produzione hollywoodiana. Nella parte conclusiva la retorica prende il sopravvento e alcune scelte stilistiche possono anche irritare. Recitato in gran parte da attori non professionisti. Presentato in concorso al Festival di Cannes dove ha vinto il Premio della giuria.
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