I diamanti della notte
Démanty noci
1964
Paese
Cecoslovacchia
Generi
Drammatico, Sperimentale
Durata
64 min.
Formato
Bianco e Nero
Regista
Jan Nemec
Attori
Ladislav Jánsky
Antonín Kumbera
Irma Bischofova
Ivan Asic
August Bischof
Josef Koblizek
Due ragazzi ebrei (Ladislav Jánsky e Antonín Kumbera) scappano da un treno blindato diretto verso un campo di concentramento e fuggono attraverso i boschi della Boemia settentrionale. Lottando contro le intemperie e la fame, i due ragazzi raggiungono l'abitazione di una donna (Irma Bischofova) che li sfama, mentre un gruppo di anziani sta dando loro la caccia. Esordio per Jan Nemec e uno dei titoli più rilevanti della Novà Vlna cecoslovacca. Adattando un romanzo di Arnošt Lustig (che collaborò alla stesura della sceneggiatura), Nemec mischia i piani della realtà e del sogno, combina allucinazioni e flashback e rifugge qualsiasi forma tradizionale di racconto. Il dramma dei due giovani fuggiaschi, dunque, viene filtrato dalla fantasia e dalla potenza espressiva di una messa in scena decisamente insolita ma non per questo meno efficace. Frammentando e complicando la narrazione, la cui linearità viene meno e lascia il posto a suggestioni e stralci di flusso di coscienza, il regista restituisce il senso di smarrimento dei suoi protagonisti, la loro inquietudine e il loro disperato vagare alla ricerca di un senso alle loro esistenze e ai loro sogni, seppur aleatori, di libertà. Ispirandosi a Faulkner, ma anche a Resnais e Buñuel, Nemec costruisce un film sostanzialmente privo di dialoghi che utilizza astrazioni ed ellissi in modo funzionale ed estremamente creativo, sperimentando un ricerca formale tanto ardita quanto adeguata nel descrivere stati d'animo turbati, forieri di una condizione, umana e universale, di inadeguatezza e confusione. Strepitosa la sequenza iniziale in cui un lungo carrello segue i due fuggiaschi nel bosco, mentre gli effetti sonori che sentiamo sono solo i rumori in campo e fuori campo (l'ansimare dei due ragazzi, i piedi che calpestano il terreno, gli spari, il suono del treno che frena).
Maximal Interjector
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