A-Lan (Han Si) è uno scrittore cinese omosessuale che, una notte, viene fermato dalla polizia e interrogato. L'uomo racconta la sua storia a un agente (Hu Jun), con l'intento, forse, di sedurlo; quest'ultimo inizialmente prova repulsione, ma il suo interesse via via cresce. Tratta da un racconto di Wang Xiaobo (anche sceneggiatore), un'opera che è da più parti indicata come il primo lungometraggio a tematica gay prodotto nella Repubblica Popolare Cinese. La Cina non mette al bando l'omosessualità esplicitamente, ma certo non può essere definito un paese tollerante e liberale sul tema; Zhang Yuan caratterizza quindi il film come un diretto atto d'accusa all'ipocrisia della società cinese, e come tale è stato recepito dagli apparati culturali che ne hanno proibito la distribuzione. Melodramma di impianto squisitamente teatrale, tutto costruito intorno al dialogo/interrogatorio tra i due protagonisti, è discretamente strutturato, ma l'approfondimento psicologico latita, risentendo dell'urgenza politica e tematica del regista. Scorrevole e confezionato piuttosto bene, ma alcuni passaggi appaiono un po' forzati e troppo studiati a tavolino. Presentato al Festival di Cannes nella sezione Un Certain Regard.