Elegia della lotta
Kenka erejī
1966
Paese
Giappone
Generi
Commedia, Drammatico, Azione
Durata
86 min.
Formato
Bianco e Nero
Regista
Seijun Suzuki
Attori
Hideki Takahashi
Yūsuke Kawazu
Junko Asano
Isao Tamagawa
1935 Bizen, Okayama. Innamorato della figlia (Junko Asano) della famiglia cattolica presso cui alloggia, il giovane Kiroku (Hideki Takahashi) si unisce a una banda di teppisti e sfoga i suoi impulsi sessuali attraverso la violenza e la ribellione. Cacciato da scuola, Kiroku si trasferisce dallo zio nella prefettura di Fukushima ma anche lì il suo unico interesse sembra essere la lotta furibonda. Sceneggiato da Kaneto Shindō a partire da un romanzo di Takashi Suzuki, il penultimo film girato da Seijun Suzuki per la Nikkatsu è un bizzarro racconto di formazione che, attraverso le vicende di un giovane studente diviso tra l'amore per una ragazza e le risse con i coetanei, indaga con massiccia ironia il clima culturale che ha portato al cosiddetto “incidente del 26 febbraio” 1936, il fallito tentativo di colpo di stato per cui fu in seguito giustiziato, tra gli altri, l'intellettuale di estrema destra Kita Ikki (qui interpretato da Hiroshi Midorikawa). Originale miscela di cinema politico e seishun eiga (film di gioventù), la pellicola di Suzuki si inserisce quasi per scherzo tra i racconti crudeli di Nagisa Oshima e le stagioni del terrore di Koji Wakamatsu, presentando una satira acuta e spietata del militarismo, del machismo e del sistema educativo dell'anteguerra — periodo vissuto in prima persona dal regista che all'età di vent'anni partecipò attivamente alla Seconda guerra mondiale — in grado di fare il punto anche su un'epoca caotica e precaria come gli anni Sessanta giapponesi, decennio di violenze e contestazioni non esente da rigurgiti nazionalisti di ogni tipo (è dello stesso anno, ad esempio, il lavoro di Yukio Mishima Patriottismo). Supportato per una volta da una sceneggiatura non dozzinale come quelle dei suoi yakuza-eiga, Suzuki smorza il consueto furore sperimentale — qui ancora riscontrabile nelle inquadrature sghembe e nel montaggio indisciplinato — e sviluppa una narrazione sincopata che mescola con disinvoltura toni, generi e registri (dal comico al drammatico passando per l'azione e il sentimentale) senza timore di scivolare, di tanto in tanto, in un vivace nonsense. Il risultate è notevolissimo, da riscoprire. Le successive vicende del protagonista (dal suo arruolamento alla sua morte in combattimento) dovevano essere raccontate in un sequel che, a causa dell'improvviso licenziamento di Suzuki da parte della Nikkatsu, non è mai stato girato.
Maximal Interjector
Browser non supportato.