Tre donne raccontano le loro storie d'amore. Erika ha 76 anni e, dopo due matrimoni, ha sposato un trentacinquenne senegalese; Deborah ne ha 20 e vende il suo corpo per il mercato della pornografia; Veronica ha 35 anni e il suo compagno è un malato di sclerosi multipla. Dopo il docu-fiction Le ferie di Licu (2006), Vittorio Moroni sposa il documentario in senso più ampio per mettere in scena tre figure pronte a raccontarsi di fronte alla macchina da presa. Come sempre, il regista non giudica quello che sta mostrando ma, in questo caso, il disegno d'insieme funziona soltanto in piccola parte. Il campo di ricerca è ristretto a tre donne che non possono essere un emblema di un discorso generale sulla femminilità nel mondo contemporaneo o sui rapporti d'amore che lo contraddistinguono. Sono soltanto tre esempi, tra i tantissimi, ognuno con le proprie peculiarità: il tutto rimane legato alla superficie e dalle confessioni non emerge alcun elemento per sviluppare una riflessione approfondita o un'indagine di campo più rigorosa. La sensazione è quella di un prodotto approssimativo e un po' casuale, non studiato adeguatamente.