Gina (Giulia Valentini) è una ragazza della periferia romana che sogna di fare l'attrice. La madre le procura un appuntamento con un onorevole, il quale dovrebbe favorirla nella sua carriera nel mondo dello spettacolo. Il politico manda un autista a prenderla, Marco (Filippo Scicchitano): il ragazzo, entusiasta, è al suo primo giorno di lavoro. L'appuntamento viene rimandato più volte, per cui i due giovani si trovano a passare insieme la giornata, conoscendosi e (forse) innamorandosi. Il giorno raccontato da Francesca Comencini, più che speciale, sarebbe meglio definirlo deludente. Il film prova a raccontare le difficoltà dei giovani nel realizzare i propri sogni, la piaga delle raccomandazioni per ogni tipo di lavoro, dall'attrice all'autista, la presunta inutilità dell'istruzione, un passatempo cui rinunciare il prima possibile: i protagonisti ne sono consci e si piegano a queste regole, salvo sentire poi la necessità di avere del tempo per loro stessi e per provare a riscattare la propria gioventù che, in fondo, sentono di aver barattato per un impiego. Lo spunto di base è interessante, ma la pellicola non funziona: le dinamiche da romanzo Harmony prendono presto il sopravvento e il sottotesto sociale diventa un'impalcatura friabile e inconsistente. Recitazione infima, con Valentini e Scicchitano che sarebbero stati inadeguati anche in un prodotto televisivo. Presentato in concorso alla Mostra di Venezia.