Dopo essere sopravvissuti a disastri e pericoli di ogni genere, i Croods sono alle prese con una nuova sfida, la più grande che abbiano mai affrontato: un’altra famiglia. Quando trovano un nuovo posto da chiamare casa, il luogo è già abitato da un’altra famiglia che, con la sua casa sull’albero, i prodotti freschi e le invenzioni sorprendenti sembra essere più evoluta della loro. Le tensioni diventano sempre più intense ma una nuova minaccia permetterà loro di superare le diversità e di creare insieme un nuovo futuro, dandosi forza l’un l’altro.

A distanza di 7 anni dal primo capitolo, DreamWorks riporta gli spettatori in mezzo alla famiglia Croods, con passaggio di testimone alla regia: da Chris Sanders e Kirk De Micco a Joel Crawford. Il film prosegue in maniera coerente il percorso iniziato dal precedente, riproponendo tematiche come "l’essere famiglia", il desiderio di libertà e l’accettazione del diverso: niente di particolarmente innovativo, benché comunque sviluppato in maniera efficace, anche se l’intreccio potrebbe risultare prevedibile. In mezzo alle risate (alcune gag da slapstick comedy sono davvero notevoli) e all’incanto di fronte ai coloratissimi paesaggi e alle meravigliose creature che li popolano c’è spazio per una riflessione sui muri da abbattere, metaforicamente e non: Aurora, la giovane Superior, non può uscire dalla fattoria per paura dell’esterno, come Hip non poteva uscire dalla caverna nal primo film, entrambe prigioniere della paura dei loro genitori. Inoltre, non manca il messaggio ecologico, su come l’uomo, in nome del progresso e del proprio agio, abbia derubato la natura, minandone
l’equilibrio. Quello tra la famiglia Croods e la famiglia Superior è l’incontro tra due stili di vita differenti, tra due culture lontane ma in fondo non così differenti, che trovano il loro punto di incontro prima in Guy, poi in una minaccia comune, che chiamerà i protagonisti ad appianare le rivalità per cercare di sopravvivere.