Il cieco che non voleva vedere Titanic
Sokea Mies, Joka Ei Halunnut Nahda Titanicia
2021
Paese
Finlandia
Generi
Commedia, Thriller, Sentimentale
Durata
82 min.
Formato
Colore
Regista
Teemu Nikki
Attori
Petri Poikolainen
Marjaana Maijala
Hannamaija Nikander
Matti Onnismaa
Jaakko (Petri Poikolainen) è un malato terminale di SLA; la malattia lo ha paralizzato nella parte inferiore del corpo, costringendolo su una sedia a rotelle e lo ha reso totalmente cieco. Malgrado queste gravi disabilità vive da solo e si considera completamente autonomo; con il telefono e gli altri dispositivi riesce infatti a svolgere molte delle attività quotidiane, ma le sue giornate sono riempite soprattutto dalle lunghe telefonate con Sirpa, anche lei gravemente malata, che non ha mai incontrato. Jaakko è un grande appassionato di cinema e possiede una enorme collezione di DVD (e di VHS), anche se ormai può solo sfiorarne le custodie, mentre cita registi, attori, sequenze e singole battute. Il suo autore preferito è James Cameron, ma si è sempre rifiutato di vedere Titanic, considerandolo un film troppo commerciale. Quando deciderà di lasciare il proprio appartamento per andare a trovare l'amata Sirpa, affrontando un lungo viaggio in treno, inizierà una odissea che sfiorerà la tragedia.
Il regista finlandese Nikki Teemu, dopo avere incuriosito lo spettatore con un titolo originale e suggestivo, lo spiazza e lo aggredisce fin dalla prima inquadratura. Tra ironia, dramma, tensione ed emozione la visione di questo film equivale a ricevere una scarica di pugni senza essere in grado di sottrarsi, ma anzi desiderandone ancora, cosa che puntualmente avviene quando i titoli di coda (scritti in caratteri Braille) informano che pur trattandosi di fiction, l'attore Petri Poikolainen è realmente malato di SLA e non vedente, confermando il corto-circuito tra realtà e finzione. E' certamente lui il motore di tutta l'opera ed il principale ispiratore dell'intero progetto: mettendo in scena la propria esperienza personale e il suo disperato attaccamento alla vita riesce a rappresentare la lotta contro il tempo di uno spirito forte racchiuso in un corpo fragile ed impotente di fronte al suo rapido disfacimento. Gli spazi angusti sono ampliati dai dialoghi, il vero propulsore della narrazione, che preparano ed anticipano l'azione. Jaakko/Petri alterna toni profondamente autoironici e sarcastici nei confronti di chi vuole aiutarlo in modo paternalistico, a momenti di grande tenerezza e di crudo realismo, quando nelle lunghe conversazioni con Sirpa si confrontano sulle cure e sul progredire della malattia. Il tutto è infarcito da continue citazioni cinematografiche, un vero e proprio atto di amore nei confronti della settima arte e non a caso si tratta di un cinema anni '80 e '90, molto diverso da quello attuale: James Cameron, John Carpenter, Taxi Driver, Fargo. Così come appare ormai superata la modalità cinefila di possedere centinaia di DVD (ed ancor più di VHS, relegate in grandi sacchi della spazzatura, un passaggio "doloroso" che hanno dovuto affrontare tutti gli appassionati con più di quarant'anni). Il regista sceglie di tenere costantemente la macchina da presa sul volto del protagonista, creando un contorno sfocato attorno ad esso, qualsiasi altra persona è esclusa dall'inquadratura, salvo nel finale per un (temporaneo) lieto fine, una scelta stilistica non semplice da seguire per lo sguardo dello spettatore. Tutto il film cerca di rendere l'esperienza percettiva di una persona non vedente accentuando soprattutto l'elemento uditivo e sonoro. L'unica eccezione sono i momenti onirici: Jaakko fa sempre lo stesso sogno, quello di poter correre e si vedono solo delle scarpe da jogging in movimento. Un film che commuove e fa riflettere (soprattutto gli appassionati di cinema) e che non risparmia uno sguardo sulle mostruosità del mondo contemporaneo, se anche nella civilissima Finlandia ci sono persone pronte a derubare e maltrattare un essere umano tanto indifeso e vulnerabile. Presentato nella sezione Orizzonti Extra del Festival di Venezia 2021, dove ha vinto il premio del pubblico.
Il regista finlandese Nikki Teemu, dopo avere incuriosito lo spettatore con un titolo originale e suggestivo, lo spiazza e lo aggredisce fin dalla prima inquadratura. Tra ironia, dramma, tensione ed emozione la visione di questo film equivale a ricevere una scarica di pugni senza essere in grado di sottrarsi, ma anzi desiderandone ancora, cosa che puntualmente avviene quando i titoli di coda (scritti in caratteri Braille) informano che pur trattandosi di fiction, l'attore Petri Poikolainen è realmente malato di SLA e non vedente, confermando il corto-circuito tra realtà e finzione. E' certamente lui il motore di tutta l'opera ed il principale ispiratore dell'intero progetto: mettendo in scena la propria esperienza personale e il suo disperato attaccamento alla vita riesce a rappresentare la lotta contro il tempo di uno spirito forte racchiuso in un corpo fragile ed impotente di fronte al suo rapido disfacimento. Gli spazi angusti sono ampliati dai dialoghi, il vero propulsore della narrazione, che preparano ed anticipano l'azione. Jaakko/Petri alterna toni profondamente autoironici e sarcastici nei confronti di chi vuole aiutarlo in modo paternalistico, a momenti di grande tenerezza e di crudo realismo, quando nelle lunghe conversazioni con Sirpa si confrontano sulle cure e sul progredire della malattia. Il tutto è infarcito da continue citazioni cinematografiche, un vero e proprio atto di amore nei confronti della settima arte e non a caso si tratta di un cinema anni '80 e '90, molto diverso da quello attuale: James Cameron, John Carpenter, Taxi Driver, Fargo. Così come appare ormai superata la modalità cinefila di possedere centinaia di DVD (ed ancor più di VHS, relegate in grandi sacchi della spazzatura, un passaggio "doloroso" che hanno dovuto affrontare tutti gli appassionati con più di quarant'anni). Il regista sceglie di tenere costantemente la macchina da presa sul volto del protagonista, creando un contorno sfocato attorno ad esso, qualsiasi altra persona è esclusa dall'inquadratura, salvo nel finale per un (temporaneo) lieto fine, una scelta stilistica non semplice da seguire per lo sguardo dello spettatore. Tutto il film cerca di rendere l'esperienza percettiva di una persona non vedente accentuando soprattutto l'elemento uditivo e sonoro. L'unica eccezione sono i momenti onirici: Jaakko fa sempre lo stesso sogno, quello di poter correre e si vedono solo delle scarpe da jogging in movimento. Un film che commuove e fa riflettere (soprattutto gli appassionati di cinema) e che non risparmia uno sguardo sulle mostruosità del mondo contemporaneo, se anche nella civilissima Finlandia ci sono persone pronte a derubare e maltrattare un essere umano tanto indifeso e vulnerabile. Presentato nella sezione Orizzonti Extra del Festival di Venezia 2021, dove ha vinto il premio del pubblico.
Iscriviti
o
Accedi
per commentare