Arturo Meraviglia (Alessandro Siani) è un piccolo impresario teatrale ormai sull'orlo del fallimento. Un inaspettato lascito da parte di un lontano zio gli accende la speranza di sanare i suoi debiti, ma l'eredità non è la cifra astronomica che lui crede, bensì due bambini, Rebecca (Sara Ciocca) e Gioele (Leone Riva). Sconfortato, Arturo inizia la convivenza burrascosa con i due, ma un giorno scopre che Gioele ha un potere straordinario: è in grado di fare magie.
Dopo tre successivi commerciali, Il principe abusivo (2013), Si accettano miracoli (2015) e Mister Felicità (2017), tutti quanti ugualmente deficitari e a dir poco dimenticabili, Alessandro Siani firma il suo quarto film dietro la macchina da presa e se possibile fa anche peggio, lavorando sul magico e sul fiabesco con una stucchevole rozzezza che ha ben pochi termini di paragone in negativo. Il minestrone fantasy cui ricorre il comico napoletano è infatti un imbarazzante e posticcio pastrocchio di gag sfiatate, comicità partenopea ammuffita oltre che trita e ritrita e situazioni al limite del buon senso che fanno acqua da tutte le parti: ogni elemento convocato, dal nome del protagonista a tutto ciò che di magico (?) gli gravita intorno, è decisamente sconfortante per ostentata ingenuità e pochezza priva di alcun tipo di remora. La retorica indigesta connaturata ai “temi" del prodotto non aiuta, dal valore limitante della tecnologia alla salvezza dei meno fortunati. Passando, naturalmente, per le rivedibili scenografie e per l’immancabile figura femminile a fare da tappezzeria romantica, a cui Siani non sembra voler rinunciare, memore della formula spremuta negli anni da Leonardo Pieraccioni e della lezione del “comico latin lover” riconducibile agli storici sceneggiatori italiani Benvenuti e De Bernardi. A incarnarla, in questo caso, c’è Stefania Spampinato, attrice catanese nota per aver interpretato Carina DeLuca nel medical drama Grey’s Anatomy.