Il grande passo
2019
Chili
Paese
Italia
Genere
Commedia
Durata
96 min.
Formato
Colore
Regista
Antonio Padovan
Attori
Flavio Bucci
Stefano Fresi
Giuseppe Battiston
Camilla Filippi
Roberto Citran
Mario (Stefano Fresi) vive a Roma, Dario (Giuseppe Battiston) nel Polesine. Mario ha un negozio di ferramenta, Dario un casolare. Mario segue le regole, Dario le disprezza. Figli dello stesso padre e di madre diversa, Mario e Dario sono fratelli ma non hanno niente in comune. Lontani e spaiati, condividono soltanto il dolore dell'abbandono paterno.

Stramba commedia dalle tonalità agrodolci, Il grande passo mette uno accanto all’altro due attori del cinema italiano, Giuseppe Battiston e Stefano Fresi, che hanno sempre ironizzato (loro per primi) su una presunta somiglianza fisica e sulla comune stazza. Qui sono addirittura due fratelli alle prese con una fatale mancanza familiare: una frattura che si è riversata su entrambi in modo diametralmente opposto, generando da un lato un uomo (Dario) ruvido e schivo, alle prese con velleità fuori all’ordinario - costruire in un fienile un missile per arrivare sulla Luna - e dall’altro un individuo pacioso e bonaccione, affezionato alle comodità domestiche e alle castranti premure materne, panino con la cotoletta e gelato all’amarena inclusi. Due caratteri forzatamente contrapposti dalla scrittura, in maniera spesso naïf e strumentale, ma in grado di dare vita, nei momenti migliori, a goffe e amarognole incomunicabilità con le quali la commedia vira verso la parodia sci-fi, il buddy movie improbabile, la gag dai risvolti antropologici e irriducibilmente provinciali. Le ambizioni hanno il merito di volare sempre basse, senza partire per la tangente o scavare solchi fuori dal seminato, e nonostante qualche passaggio malmostoso, ingrigito e meno ispirato, alla fine si sorride in più di un’occasione e non certo per inerzia, interessandosi alle sorti dei protagonisti in modi e forme meno standardizzate e rassicuranti del previsto. Il cast di caratteristi di contorno, da Roberto Citran a Teco Celio, un po’ come tutto il film, si accorda di buon grado a una partitura che suona esplicitamente ispirata al cinema sghembo ma indubbiamente sfaccettato di Carlo Mazzacurati e al suo legame con la rappresentazione cinematografica del Nord-est italiano. Presentato in concorso al Torino Film Festival 2019, dove la giuria ha premiato i due protagonisti ex aequo come migliori attori.
Maximal Interjector
Browser non supportato.