Dopo una vita passata al fianco della moglie Helena (Gemma Jones), il maturo Alfie (Anthony Hopkins) perde la testa per la squillo Charmaine (Lucy Punch); Helena, allora, si abbandona ai misteri della chiaroveggenza, trovando conforto in una truffatrice. Parallelamente, la loro figlia Sally (Naomi Watts), in crisi con il fidanzato Roy (Josh Brolin), scrittore fallito innamoratosi della bella indiana Dia (Freida Pinto), flirta con il ricco gallerista Greg (Antonio Banderas).
Impegnato ancora una volta con una storia corale che lega con un filo sottile i destini dei personaggi, Woody Allen dimostra un'evidente stanchezza nel ripercorrere un gioco di incastri e coincidenze, sondato con successo nei decenni precedenti, che oggi non trova un adeguato rinnovamento. L'irrinunciabile bisogno psico-fisico di realizzare una pellicola all'anno sembra rivelarsi un'esigenza sempre più difficile da soddisfare per un uomo arrivato a questo punto della propria carriera. Insolitamente patinato anche nella messinscena, il film vive di guizzi gradevoli (la strana coppia Anthony Hopkins-Lucy Punch restituisce con lucidità la superficialità dei sentimenti) e parentesi poco riuscite (il convenzionale ménage tra Naomi Watts e Antonio Banderas, il riscatto professionale di Josh Brolin), senza riuscire a trovare una necessaria compattezza di fondo. L'ambientazione londinese funziona, ma manca l'atmosfera. Le battute di spirito latitano, la grazia nella direzione degli attori rimane. Per evitare impietosi confronti con le splendide pellicole del passato, il piccolo Woody doveva sperare di trovare ben altra ispirazione. Presentato fuori concorso al 63º Festival di Cannes.