Un avvocato (Robert Hossein) è accusato di aver ucciso il compagno dell'amante Nathalie (Michèle Mercier). Tutti gli indizi sembrano contro di lui, ma la realtà è ben diversa. Su sceneggiatura di Christian-Jaque stesso (firmata insieme a Paul Andréota), è un giallo malizioso a tratti gustoso, a tratti francamente improbabile. Non è (solo) un problema di credibilità, ma di confezione: un cinema di questo tipo è purtroppo vittima del formalismo del suo stesso autore, da sempre poco incline a sciogliere i languori – erotici o psicologici – che fossilizzano le sue storie. Il film si perde in fretta, affogato nella sua stessa spasmodica ricerca di atmosfere, che comunque non emergono mai come le intenzioni vorrebbero. È un peccato, soprattutto perché la Mercier e Hossein sono abbastanza bravi e avrebbero meritato un contesto con qualche pennellata suadente in meno, magari, ma con una struttura più robusta alle spalle.