Love and Monsters
Love and Monsters
2020
Paesi
Canada, Usa
Generi
Azione, Avventura, Commedia
Durata
109 min.
Formato
Colore
Regista
Michael Matthews
Attori
Dylan O'Brien
Jessica Henwick
Michael Rooker
Dan Ewing
Ariana Greenblatt
In un futuro imprecisato, una catastrofe ha stravolto le sorti dell’umanità: la maggior parte degli esseri viventi ha raggiunto dimensioni mostruose, il 95% della popolazione è stato sterminato e il resto vive nei bunker. Sei anni dopo Joel (Dylan O’Brien), un ragazzo assolutamente negato per l’apocalisse, gioca il tutto per tutto: riuscirà a sopravvivere 7 giorni in superficie per ritrovare il suo amore perduto?
Love and Monsters si accoda a un genere, quello post apocalittico, molto gettonato e da sempre affascinante, senza pretendere di rinnovarlo. Si configura subito come un modesto ma efficace prodotto di intrattenimento, con un messaggio chiaro e preciso: l’importanza di superare i propri limiti e di saper individuare le proprie potenzialità. Inizialmente il tutto viene fatto in nome di un bene superiore, quello dell’amore, vero motore della vicenda. E se questo motivo pare troppo ideale, ai limiti dell’infantilità, sul finale veniamo confortati da un plot twist che riporta sulla “giusta” strada, più coerente e matura. Del resto, l’impulsività di Joel risultava eccessivamente irreale, come certi dettagli disseminati lungo la narrazione; basti pensare alle frecce della sua balestra che non vengono mai raccolte o al mistero di una colonia di anziani sopravvissuta. È un film che non osa troppo e che punta a soddisfare diversi target, adottando un tono leggero e, in funzione di ciò, un buon bilanciamento tra dramma e divertimento, azione e ironia. Ma l’amaro in bocca deriva dal fatto che non solo non sfrutta il genere per aggiungervi un tassello o sostenere un discorso più serio, ma non gli rende nemmeno giustizia. Se lo scenario da fin du monde funziona, paradossalmente, quando c’è realismo e coerenza, qui appare evidente che la distopia è solo un pretesto attraente, e quel che rimane è una tesi piuttosto ritrita.
Love and Monsters si accoda a un genere, quello post apocalittico, molto gettonato e da sempre affascinante, senza pretendere di rinnovarlo. Si configura subito come un modesto ma efficace prodotto di intrattenimento, con un messaggio chiaro e preciso: l’importanza di superare i propri limiti e di saper individuare le proprie potenzialità. Inizialmente il tutto viene fatto in nome di un bene superiore, quello dell’amore, vero motore della vicenda. E se questo motivo pare troppo ideale, ai limiti dell’infantilità, sul finale veniamo confortati da un plot twist che riporta sulla “giusta” strada, più coerente e matura. Del resto, l’impulsività di Joel risultava eccessivamente irreale, come certi dettagli disseminati lungo la narrazione; basti pensare alle frecce della sua balestra che non vengono mai raccolte o al mistero di una colonia di anziani sopravvissuta. È un film che non osa troppo e che punta a soddisfare diversi target, adottando un tono leggero e, in funzione di ciò, un buon bilanciamento tra dramma e divertimento, azione e ironia. Ma l’amaro in bocca deriva dal fatto che non solo non sfrutta il genere per aggiungervi un tassello o sostenere un discorso più serio, ma non gli rende nemmeno giustizia. Se lo scenario da fin du monde funziona, paradossalmente, quando c’è realismo e coerenza, qui appare evidente che la distopia è solo un pretesto attraente, e quel che rimane è una tesi piuttosto ritrita.
Iscriviti
o
Accedi
per commentare