May December
May December
2023
Sky Cinema Uno
Paese
Usa
Generi
Drammatico, Sentimentale
Durata
113 min.
Formato
Colore
Regista
Todd Haynes
Attori
Natalie Portman
Cory Michael Smith
Julianne Moore
Charles Melton
L'attrice Elizabeth (Natalie Portman) si reca a Savannah per incontrare e conoscere da vicino Gracie (Julianne Moore), la donna che dovrà interpretare nel suo prossimo film, protagonista di un amore oggetto di clamore mediatico diversi anni prima. Tra le due nascerà un'amicizia piuttosto ambigua.
Maestro nel rielaborare in maniera personale i codici del cinema classico, Todd Haynes realizza qui un'operazione che sembra decolorare le amate tinte torbide e fiammeggianti del melodramma per giocare con i generi sfruttandone gli stereotipi, passando da momenti grotteschi a lampi thriller. Il tema dell'amore-scandalo di Gracie per un ragazzo adolescente è il semplice volano per una riflessione sulla dicotomia verità/finzione, sottilineata dalla contrapposizione tra il mondo patinato di Elizabeth e quello ordinario di Gracie. Un film di stampo loseyano, suggerito anche dall'utilizzo in maniera enfatica del tema musicale principale di Messaggero d'amore (1971), che al posto dei conflitti di classe riflette sui conflitti di status sociale, alternando mirati bagliori dello star-system (gli spot TV di Elizabeth) a quotidianità "irrilevante" (la preparazione dei dolci di Gracie). La progressiva identificazione dell'attrice con il personaggio che deve interpretare, peraltro solo accennata, scorre entro binari fin troppo standardizzati (l'uso degli specchi in primis) e il risaputo modello dell'intruso che sconvolge gli equilibri di un consolidato nucleo affettivo è orchestrato con ben poco appeal. Ma tutto rientra nel gioco di rimandi cinefili che Haynes vuole mettere in scena, divertendosi a mischiare le carte con un occhio anche agli eccessi da soap-opera. Bellissimi i titoli di testa, che esplicitano fin da subito la raffinata intuizione di ragionare sul parallelismo tra la natura dei personaggi e il ciclo di vita delle farfalle, simbolo di cambiamento e trasformazione. A volte si ha la sensazione che tutto scorra in maniera quasi anonima, ma qua e là affiora prepotente la consumata esperienza di Haynes nel lavorare dietro la superficie delle cose. All'interno di una cornice produttiva indipendente, Natalie Portman e Julianne Moore sanno calibrare alla perfezione le rispettive vene artistiche. Fotografia di Christopher Blauvelt. Presentato in concorso al Festival di Cannes.
Maestro nel rielaborare in maniera personale i codici del cinema classico, Todd Haynes realizza qui un'operazione che sembra decolorare le amate tinte torbide e fiammeggianti del melodramma per giocare con i generi sfruttandone gli stereotipi, passando da momenti grotteschi a lampi thriller. Il tema dell'amore-scandalo di Gracie per un ragazzo adolescente è il semplice volano per una riflessione sulla dicotomia verità/finzione, sottilineata dalla contrapposizione tra il mondo patinato di Elizabeth e quello ordinario di Gracie. Un film di stampo loseyano, suggerito anche dall'utilizzo in maniera enfatica del tema musicale principale di Messaggero d'amore (1971), che al posto dei conflitti di classe riflette sui conflitti di status sociale, alternando mirati bagliori dello star-system (gli spot TV di Elizabeth) a quotidianità "irrilevante" (la preparazione dei dolci di Gracie). La progressiva identificazione dell'attrice con il personaggio che deve interpretare, peraltro solo accennata, scorre entro binari fin troppo standardizzati (l'uso degli specchi in primis) e il risaputo modello dell'intruso che sconvolge gli equilibri di un consolidato nucleo affettivo è orchestrato con ben poco appeal. Ma tutto rientra nel gioco di rimandi cinefili che Haynes vuole mettere in scena, divertendosi a mischiare le carte con un occhio anche agli eccessi da soap-opera. Bellissimi i titoli di testa, che esplicitano fin da subito la raffinata intuizione di ragionare sul parallelismo tra la natura dei personaggi e il ciclo di vita delle farfalle, simbolo di cambiamento e trasformazione. A volte si ha la sensazione che tutto scorra in maniera quasi anonima, ma qua e là affiora prepotente la consumata esperienza di Haynes nel lavorare dietro la superficie delle cose. All'interno di una cornice produttiva indipendente, Natalie Portman e Julianne Moore sanno calibrare alla perfezione le rispettive vene artistiche. Fotografia di Christopher Blauvelt. Presentato in concorso al Festival di Cannes.
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