Amir (Payman Maadi) e Sara (Negar Javaherian) sono una giovane coppia iraniana, pronta a partire alla volta di Melbourne per continuare gli studi. A poche ore dal volo, però, verranno coinvolti in un tragico evento che manderà all'aria i loro piani. Opera prima di Nima Javadi, Melbourne è un esordio particolarmente interessante, che ricorda il cinema di diversi maestri della settima arte. La claustrofobia di un appartamento dal quale non sembra possibile uscire ricorda le atmosfere più angoscianti dell'opera di Roman Polanski, anche se il riferimento più evidente sono i lavori del connazionale Asghar Farhadi (Una separazione del 2011) anch'essi contraddistinti da una messinscena glaciale e raffinata. Sorta di dramma kafkiano sull'immobilismo dell'Iran, Melbourne unisce il cinema di denuncia con l'andamento da thriller, in una struttura drammaturgica ben calibrata e altrettanto coinvolgente. A tratti nasce la sensazione di un esercizio di stile di buon livello ma, nonostante manchi una certa sostanza, il congegno è oliato a dovere e i due protagonisti risultano intensi e perfettamente in parte.