Sylvia (Jessica Chastain) è un’assistente sociale, con una vita semplice e organizzata tra la figlia, il lavoro e le riunioni degli Alcolisti Anonimi. Tutto va in pezzi quando Saul (Peter Sarsgaard) l’accompagna a casa dopo una riunione tra ex compagni di scuola: l’incontro inaspettato sconvolgerà entrambi, perché apriranno la porta al passato.

Il regista messicano Michel Franco, abituato a spaccati sociali e politici scomodi e urticanti, sceglie di raccontare, con tonalità più tenui e da dramma quasi sussurrato, una storia all’insegna dei ricordi del passato e del loro peso traumatico, del pedinamento delle proprie memorie personali e delle persone che, per un motivo o per l’altro, finiscono per perdersi o smarrirsi nelle maglie della società. Quello di Memory, è un racconto che intercetta la difficoltà di certe persone a confrontarsi con le aspettative degli altri, specie quando ci si ritrova a fare i conti con l’incapacità di rimettere insieme i frammenti della propria mente, mentre il tema della crisi esistenziale era già stato esplorato da Franco nel precedente Sundown (2021), più posticcio e pretenzioso assalto alle granitiche e incartapecorite certezze della borghesia occidentale contemporanea. Al suo ottavo film Franco vira invece di tono scegliendo, su suggerimento della sorella, un tono meno grottesco e autoriale e più limpido e classico, meno grossolano rispetto alla media dei suoi lavori e più sobrio e schietto. Ciò gli permette di raggiungere un equilibrio sicuramente funzionale alla storia narrata, in grado di parlare di demenza senza cadere nei cliché, di rendere piuttosto sfumato, complesso e carico di profondi spunti di interesse il rapporto tra i due protagonisti e di trovare anche una buona resa drammaturgica, nonostante qualche caduta di tono e alcuni passaggi a vuoto. Buona prova dei due interpreti Jessica Chastain, che si è detta grande fan dei precedenti film di Franco tanto da voler lavorare con lui, e di Peter Sarsgaard, impegnati in dei ruoli piuttosto lontani, per molti versi, dalle solite parti hollywoodiane. Presentato in Concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2023, dove lo stesso Sarsgaard ha alzato la Coppa Volpi come miglior attore.