Un mondo fragile
La tierra y la sombra
2015
Paesi
Colombia, Francia, Olanda, Cile, Brasile
Genere
Drammatico
Durata
97 min.
Formato
Colore
Regista
Césare Augusto Acevedo
Attori
José Felipe Cárdenas
Haimer Leal
Edison Raigosa
Alfonso (Haimer Leal), un contadino ormai anziano, fa ritorno nel suo paese a causa dell'agonia del figlio e si ritrova a fare i conti con una situazione tragicamente mutata. Intorno alla sua dimora, infatti, è proliferata una selva di piantagioni di canna da zucchero e il loro sfruttamento selvaggio sta generando conseguenze nefaste sull'ambiente, preso d'assalto da una coltre di cenere.
L'opera prima del regista Césare Augusto Acevedo ha tutti i crismi e le caratteristiche standard di molto cinema d'autore contemporaneo pensato in serie e con lo stampino a prescindere dalla provenienza geografica, un cinema rigoroso e dedito a un lavoro non indifferente sulla forza delle immagini ma anche eccessivamente rannicchiato su se stesso, sui propri tic e sui propri limiti. Più ermetico e respingente che imponente e fascinoso, Un mondo fragile, mette in scena una famiglia al collasso a causa di una tragedia, con sullo sfondo un paesaggio altrettanto vessato da un cancro che lo distrugge dall'interno. Le immagini di Acevedo sono statiche e, nelle intenzioni, ariose e traspiranti: dovrebbero accogliere al loro interno il respiro sofferente della natura per restituire le esistenze altrettanto ansimanti e faticose dei personaggi. Il film però è sfiatato e senza nerbo e riesce solo negli ultimi minuti a donare poesia e sofferenza reali ai suoi fotogrammi, amplificandone la compostezza ma anche una dinamicità interna altrove tragicamente assente. Tuttavia, purtroppo, è davvero troppo tardi per poter rimediare. Caméra d'or, francamente rivedibile, al Festival di Cannes 2015.
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