La nuit des rois
La nuit des rois
2020
Paesi
Francia, Costa d'Avorio, Canada, Senegal
Generi
Fantasy, Drammatico
Durata
93 min.
Formato
Colore
Regista
Philippe Lacôte
Attori
Koné Bakary
Steve Tientcheu
Rasmané Ouédraogo
Issaka Sawadogo
Costa d'Avorio. Un ragazzo (Koné Bakary) viene arrestato e spedito in prigione, a “La Maca”, dove il boss Barbanera (Steve Tientcheu) detiene il controllo su tutti i prigionieri e nomina “cantore” di storie il nuovo arrivato. Quest'ultimo, durante la notte di luna rossa, sceglie di raccontare le vicende di Zuma King, celebre ribelle contro il governo ivoriano con cui lui stesso ha trascorso parte della sua vita.
Philippe Lacôte dirige un prison movie atipico che presto assume le sembianze di un racconto mirato a omaggiare tutta la tradizione orale d’intrattenimento africano: storie, canti, danze e riti. Questo rinnovamento di genere conferisce all’opera la giusta dose di originalità e fascino, provocando una non indifferente curiosità nello spettatore. Il film alterna le immagini al tempo presente, all’interno del carcere, con le immagini evocate dai racconti del protagonista che si impegna a dilungare il racconto, poiché alla fine delle sue orazioni potrebbe accadergli qualcosa di terribile. Anche le menti dei criminali sono stimolate e catturate dalla magia del racconto orale che provoca delle reazioni emotive, a tal punto da ispirarli a mettere in scena alcuni siparietti di imitazioni esilaranti, per dare maggiore forza evocativa alla storia: un modo per sentirsi ancora liberi, attraverso l’immaginazione, per dimenticare una realtà imprigionata. “La Maca” è l’unica prigione dove sono i prigionieri a governare; Barbanera mostra una sua bramosa voglia di possedere gli altri, detenendo di fatto lo scettro del potere, come unico stimolo in grado di sollevare la sua anima intorpidita. Dunque, Il film ruota proprio attorno al tema del potere (suggerito proprio dal titolo): in riferimento al suo abuso, al processo disumano per raggiungerlo, consapevoli del fatto che ci sarà sempre una forza in opposizione da reprimere violentemente. La nuit des rois non vuole sopprimere o dimenticare un sanguinoso passato, colmo di guerre civili e dittature tipiche della Storia africana, bensì cerca umilmente di accantonarlo per conferire maggiore valore al potere dell’immaginazione; seppure il cantastorie narri di vicende legate a lotte di potere, esse sprigionano naturalezza, leggerezza e sono prive di quella brutale violenza che, per una volta, è meglio tenere fuori dalle nostre vite. Non manca qualche passaggio acerbo nella sceneggiatura, ma i pregi superano i difetti, a partire dall'ottima l’interpretazione degli attori, supportati dalla coraggiosa prova registica di Philippe Lacôte e da una fotografia ben curata. Presentato alla Mostra di Venezia e poi come film d’apertura del 30° FESCAAAL Festival.
Philippe Lacôte dirige un prison movie atipico che presto assume le sembianze di un racconto mirato a omaggiare tutta la tradizione orale d’intrattenimento africano: storie, canti, danze e riti. Questo rinnovamento di genere conferisce all’opera la giusta dose di originalità e fascino, provocando una non indifferente curiosità nello spettatore. Il film alterna le immagini al tempo presente, all’interno del carcere, con le immagini evocate dai racconti del protagonista che si impegna a dilungare il racconto, poiché alla fine delle sue orazioni potrebbe accadergli qualcosa di terribile. Anche le menti dei criminali sono stimolate e catturate dalla magia del racconto orale che provoca delle reazioni emotive, a tal punto da ispirarli a mettere in scena alcuni siparietti di imitazioni esilaranti, per dare maggiore forza evocativa alla storia: un modo per sentirsi ancora liberi, attraverso l’immaginazione, per dimenticare una realtà imprigionata. “La Maca” è l’unica prigione dove sono i prigionieri a governare; Barbanera mostra una sua bramosa voglia di possedere gli altri, detenendo di fatto lo scettro del potere, come unico stimolo in grado di sollevare la sua anima intorpidita. Dunque, Il film ruota proprio attorno al tema del potere (suggerito proprio dal titolo): in riferimento al suo abuso, al processo disumano per raggiungerlo, consapevoli del fatto che ci sarà sempre una forza in opposizione da reprimere violentemente. La nuit des rois non vuole sopprimere o dimenticare un sanguinoso passato, colmo di guerre civili e dittature tipiche della Storia africana, bensì cerca umilmente di accantonarlo per conferire maggiore valore al potere dell’immaginazione; seppure il cantastorie narri di vicende legate a lotte di potere, esse sprigionano naturalezza, leggerezza e sono prive di quella brutale violenza che, per una volta, è meglio tenere fuori dalle nostre vite. Non manca qualche passaggio acerbo nella sceneggiatura, ma i pregi superano i difetti, a partire dall'ottima l’interpretazione degli attori, supportati dalla coraggiosa prova registica di Philippe Lacôte e da una fotografia ben curata. Presentato alla Mostra di Venezia e poi come film d’apertura del 30° FESCAAAL Festival.
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