Hong Kong, anni Sessanta. Ziming è uno studente universitario combattuto tra i sentimenti che nutre per la signora Yu, una madre in autoesilio da Taiwan negli anni del Terrore Bianco, e la sua bellissima figlia Meiling.
Alla sua prima esperienza nel cinema di animazione, il regista e fotografo Yonfan firma un lavoro complesso e stratificato sia da un punto di vista visivo che tematico. Grazie alla cura di decine di artisti impegnati nel disegnare un film realizzato tridimensionalmente, l'autore prova a intrecciare il profondo dramma psicologico e sentimentale di tre personaggi accerchiati dall'ancor più grave dramma sociale che Hong Kong stava vivendo negli anni Sessanta. No. 7 Cherry Lane è un tuffo nel passato, un sogno (o un incubo?) a occhi aperti in cui passione, guerra e arte si intrecciano senza soluzione di continuità per restituire le sensazioni e i turbamenti emotivi di chi quell'epoca la visse in prima persona. Se la città viene così sinceramente omaggiata, grazie a un dialogo incessante tra le rivoluzioni belliche e culturali del periodo in questione, ciò che fa storcere il naso e suscitare più di qualche dubbio è la struttura drammaturgica del racconto: un triangolo amoroso perverso e disordinato che risulta ulteriormente oppresso e soffocato dalla confezione estetica adottata. Se in alcuni momenti il film è in grado di regalare fotogrammi o sequenze di rara potenza cinematografica, l'eccessivo barocco verso cui Yonfan fa tendere l'azione dei personaggi diventa troppo spesso disturbante ed eccessivamente prolisso. Il fascino nei confronti di questo oggetto difficilmente classificabile rischia di esaurirsi in poco tempo e non sono sufficienti riferimenti e citazioni dei più grandi artisti di sempre (in primis Proust con Alla ricerca del tempo perduto e Michelangelo Antonioni con Blow Up) per risollevare le sorti di un film decisamente troppo confuso e annacquato per lasciare il segno. Presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia, dove è stato generosamente premiato per la miglior sceneggiatura.