A quasi cinquant'anni dallo sterminio perpetrato dalla famiglia Sawyer ai danni di un gruppo di ragazzi, Melody (Sarah Yarkin) e la sorella Lila (Elsie Fisher) raggiungono con gli amici Dante (Jacob Latimore) e Ruth (Nell Hudson) la cittadina di Harlow, nel Texas, per creare una nuova iniziativa imprenditoriale. Il sogno, però, si trasforma ben presto in incubo: dalle ceneri del passato riemerge Faccia di Cuoio (Mark Burnham), deciso a ricominciare con le care vecchie mattanze. A combatterlo Sally Hardesty (Olwen Fouéré), unica sopravvissuta al massacro degli anni Settanta.
Non c'è pace per le icone horror, meno che mai per Leatherface, memorabile serial killer riesumato per l'ennesima operazione nostalgia, un sequel direttamente collegato allo slasher cult di Tobe Hooper datato 1974: a strutturarlo il regista David Blue Garcia coadiuvato da Fede Álvarez, autore del soggetto e produttore. Il risultato è un horror biecamente citazionista (non manca nemmeno un riferimento a Terminator 2 – Il giorno del giudizio) e totalmente privo di struttura (lo script di Chris Thomas Devlin si limita a giustapporre una serie di uccisioni spingendo sul pedale del gore), che pare voler avvicinare la figura di Faccia di Cuoio al Michael Myers di John Carpenter attraverso sequenze/omaggio (Melody che si nasconde nell'armadio per non essere uccisa). E non basta: l'universo di Myers, compreso quello rigenerato da David Gordon Green, si intravede anche nella figura di Sally Hardesty, angelo vendicatore che vorrebbe fondersi e confondersi con il suo carnefice, assai meno funzionale, però, rispetto alla Laurie Strode impersonata da Jamie Lee Curtis in Halloween (2018) e Halloween Kills (2021). E della figura agghiacciante, patetica e imponente di Leatherface, macchina di morte armata di motosega, non restano che contorni sbiaditi: a nulla serve rimettere in scena la danza macabra che rese immortale il finale del capostipite. Sangue a litri, violenza patinata e tocchi grotteschi di critica sociale (la carneficina sul bus, ripresa dai cellulari e visionata in diretta sui social: «Ma chi è quel pagliaccio? Sembra tutto finto!») che rendono il tutto ancor più fastidioso: insostenibile, anche per gli irriducibili. Alice Krige è Mrs Mc. Immancabile scena post credits.