Paolo Conte, via con me
2020
Paese
Italia
Genere
Documentario
Durata
100 min.
Formato
Colore
Regista
Giorgio Verdelli
Astigiano, classe 1937, avvocato. Prima autore di alcuni tra i brani più fortunati nella storia della canzone italiana, poi interpretecarismatico dall’inimitabile stile, Paolo Conte ha attraversato con eleganza mezzo secolo di musica. Un percorso artistico per molti aspetti unico, che il documentario di Giorgio Verdelli ricostruisce con note, musicali e biografiche, e testimonianze.
Lo zoccolo duro dei fan più accaniti di Paolo Conte lo sa bene: le sue dichiarazioni e interviste sono sempre stata merce rara. Basta già quindi la preziosa disponibilità del maestro a svelarsi dentro il grande schermo per rendere interessante la visione del documentario Via con me, presentato fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia e distribuito nelle sale italiane da NexoDigital. A questo fondamentale elemento si aggiunge il valorecomplessivo di un prodotto non certo sorprendente ma ben confezionato, in cui il ritmo è scandito dalle molte perle musicali del maestro astigiano e impreziosito da alcune notevoli testimonianze d’autore. Tra queste quelle di Roberto Benigni, che ha utilizzato una colonna sonora originale di Paolo Conte per la sua prima regia Tu mi turbi, di Isabella Rossellini, Francesco De Gregori, Pupi Avati e molti altri. In un viaggio “on the road” sulla evocativa Topolino amaranto, la narrazione si snoda dagli studi di giurisprudenza con gli esordi in un gruppo jazz come vibrafonista fino ai primi grandi successi come compositore, con pietre miliari della canzone italiana come Azzurro e Onda su onda. Da un certo punto in poi interprete e “avvocato” delle sue stesse composizioni, Paolo Conte ha saputo negli anni unire il suo sconfinato talento compositivo ad una capacità di stare al centro della scena come nessun altro: pianoforte, voce e kazoo per declinare il suo inconfondibile marchio espressivo, spesso sostenuto da un comparto di orchestrali di primissima grandezza. Al protagonista di memorabili live e al successo di molti storici concerti all’estero Verdelli dedica la giusta attenzione, sulle traccedi un artista amato in Italia ma letteralmente idolatrato all’estero. Un personaggio unico nella storia della canzone italiana che con la sua musica, profondamente intrisa di riferimenti letterari, pittorici e cinematografici, ha rappresentato la parte migliore dell’Italia in tutto il mondo e che questo documentario potrà avvicinare anche alle giovani generazioni.
Lo zoccolo duro dei fan più accaniti di Paolo Conte lo sa bene: le sue dichiarazioni e interviste sono sempre stata merce rara. Basta già quindi la preziosa disponibilità del maestro a svelarsi dentro il grande schermo per rendere interessante la visione del documentario Via con me, presentato fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia e distribuito nelle sale italiane da NexoDigital. A questo fondamentale elemento si aggiunge il valorecomplessivo di un prodotto non certo sorprendente ma ben confezionato, in cui il ritmo è scandito dalle molte perle musicali del maestro astigiano e impreziosito da alcune notevoli testimonianze d’autore. Tra queste quelle di Roberto Benigni, che ha utilizzato una colonna sonora originale di Paolo Conte per la sua prima regia Tu mi turbi, di Isabella Rossellini, Francesco De Gregori, Pupi Avati e molti altri. In un viaggio “on the road” sulla evocativa Topolino amaranto, la narrazione si snoda dagli studi di giurisprudenza con gli esordi in un gruppo jazz come vibrafonista fino ai primi grandi successi come compositore, con pietre miliari della canzone italiana come Azzurro e Onda su onda. Da un certo punto in poi interprete e “avvocato” delle sue stesse composizioni, Paolo Conte ha saputo negli anni unire il suo sconfinato talento compositivo ad una capacità di stare al centro della scena come nessun altro: pianoforte, voce e kazoo per declinare il suo inconfondibile marchio espressivo, spesso sostenuto da un comparto di orchestrali di primissima grandezza. Al protagonista di memorabili live e al successo di molti storici concerti all’estero Verdelli dedica la giusta attenzione, sulle traccedi un artista amato in Italia ma letteralmente idolatrato all’estero. Un personaggio unico nella storia della canzone italiana che con la sua musica, profondamente intrisa di riferimenti letterari, pittorici e cinematografici, ha rappresentato la parte migliore dell’Italia in tutto il mondo e che questo documentario potrà avvicinare anche alle giovani generazioni.
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