Dopo la morte del padre, la giovane Pollyanna (Mary Pickford) si trasferisce dalla zia (Katherine Griffith). Quest'ultima è sempre severa con tutti, inacidita da una vecchia storia d'amore non andata a buon fine; esattamente l'opposto della ragazza che infonde ottimismo all'intera comunità. Un giorno, per salvare un bambino, Pollyanna viene investita da un'automobile e rimarrà paralizzata: l'unico medico in grado di curarla è Chilton (Herbert Prior), proprio l'uomo di cui sua zia era innamorata. Ispirato al romanzo di Eleanor Porter e alla pièce teatrale che ne è stata tratta, Pollyanna è un dramma toccante, dal sapore dickensiano e ottocentesco. Il regista Paul Powell calcola tutto alla perfezione e il film è privo di cali e di difetti evidenti: peccato soltanto che il tutto sappia troppo di già visto e ricordi tanti altri drammi, sempre con protagonista Mary Pickford, degli anni precedenti, da Stella Maris (1918) a Papà Gambalunga (1919). L'attrice, benché avesse quasi trent'anni, impersona un'adolescente ma riesce ugualmente a risultare credibile e perfettamente in parte.