Tyler (Robert Pattinson) ha ventun anni ed è provato dal suicidio del fratello, di cui ritiene responsabile il padre (Pierce Brosnan). Il suo comportamento ribelle lo porta a scontrarsi con lo sceriffo Craig (Chris Cooper), la cui figlia (Emilie de Ravin) frequenta la stessa università. Il ragazzo decide di conquistarla per vendicarsi del padre, ma presto si innamorerà di lei.

Forse per aggiungere un po' di pepe alla storia stravista del ragazzo problematico che si innamora della giovane traumatizzata, in questa pellicola viene strumentalizzata in maniera bieca la tragedia dell'11 settembre 2001 con abuso di stereotipi e ricatti emotivi: il risultato è pressapochista, zuccheroso, retorico e, nel finale, vagamente immorale. Pattinson cerca di allontanarsi dal ruolo vampiresco che l'ha reso celebre giocando la carta del bello e dannato, ma non bastano tatuaggi, sigarette e atti provocatori a dargli un'aura diversa, soprattutto se il suo personaggio è insipido e privo di carattere. La regia si accontenta di immagini patinate, dando ampio spazio a una storia d'amore tanto improbabile quanto stucchevole e prevedibile, lasciando presagire fin dall'inizio dove andrà a parare. Totalmente inutile.