New Jersey, anni '30. Cecilia (Mia Farrow), donna umile e sensibile malmaritata con Monk (Danny Aiello), passa le giornate in una piccola sala di provincia per sfuggire a un'esistenza grigia e inappagante, fantasticando sulle mirabolanti gesta dell'avventuriero Tom Baxter (Jeff Daniels), protagonista del film La rosa purpurea del Cairo. Un bel giorno, il personaggio esce dallo schermo, stravolgendo la vita dell'incredula Cecilia. Messe da parte nevrosi metropolitane, dissertazioni filosofiche sull'esistenza di Dio, e idiosincrasie sul rapporto di coppia, Woody Allen, nel pieno della sua maturità artistica, ha realizzato un piccolo gioiello metacinematografico squisitamente retrò che è un affettuoso atto d'amore verso la settima arte. Ambientato in una cittadina di provincia costretta a fare i conti con la grande depressione, il film innalza la magia del Cinema a unico scopo di vita, in cui la dimensione sognante del mondo parallelo del grande schermo diventa l'unico strumento di evasione da una realtà scandita da delusioni, soprusi e sacrifici. Sentimentale, ironico, nostalgico omaggio a un mondo dello spettacolo profondamente autentico nella sua ingenuità, visto dagli occhioni lucidi di una perfetta Mia Farrow. Realtà e finzione si mescolano completandosi a vicenda, nella consapevolezza che il rispetto, l'amore e la capacità fanciullesca di sognare non possono essere confinati né da uno schermo, né da un dispotico marito. Impeccabile ricostruzione d'epoca grazie alle scene di Stuart Wurtzel, alla fotografia di Gordon Willis e alle musiche di Dick Hyman. Premio FIPRESCI al Festival di Cannes e nomination all'Oscar per la migliore sceneggiatura.