Salomè
1972
Paese
Italia
Generi
Grottesco, Sperimentale, Storico
Durata
80 min.
Formato
Colore
Regista
Carmelo Bene
Attori
Carmelo Bene
Lydia Mancinelli
Alfiero Vincenti
Donyale Luna
Veruschka von Lehndorff
Piero Vida
Franco Leo
Giovanni Davoli
Durante un banchetto in onore di rappresentanti di Roma, Erode Antipa (Carmelo Bene) chiede alla figliastra Salomè (Donyale Luna) di danzare. Incurante dei suoi rifiuti, così come degli inviti a rientrare nelle proprie stanze della moglie Erodiade (Lydia Mancinelli), arriverà a promettere qualunque cosa in cambio del ballo e si sentirà chiedere la testa del profeta Giovanni Battista (Giovanni Davoli). Intanto Gesù (Franco Leo), reduce da un'ultima cena in cui gli apostoli fanno a gara per tradirlo, sviluppa canini da vampiro. La trasposizione di Bene della vicenda, pseudo-biblica prende spunto tanto da Oscar Wilde quanto dalla sua stessa (omonima) riduzione teatrale. L'orgia in cui si svolge l'azione principale è una cacofonia di tinte pop e voci sovrapposte, come quella del marito defunto di Erodiade (Alfiero Vincenti) che, presente in scena in costume da turco, ripete o preannuncia ogni battuta della stessa. Il risultato appare, più che in altre opere di Bene, compatto, grazie alla relativa linearità della trama che si svolge quasi in unità di luogo. Con meno invenzioni e scarti di tono rispetto agli altri lavori dell'autore, il film è soprattutto un'allegoria (non finissima) sulla frustrazione del desiderio. Ai limiti del soft-core senza concedersi al voyeurismo, non mette in scena né la decapitazione del Battista (sostituita da reiterate sciabolate a cocomeri) né la danza di Salomè, forse nel tentativo di trasmettere la brama impossibile del patrigno. È però lo stesso Bene a esprimere il giudizio su un'opera che fa bella mostra dei propri limiti: prima con un vano tentativo di autocrocefissione, poi citando Wilde: «Non bisogna cercare simboli in tutto ciò che si vede. La vita diventerebbe impossibile».
Maximal Interjector
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