Harry Callaghan (Clint Eastwood), nonostante gli anni che passano, non ha perso il suo smalto né la sua cinica ironia. Questa volta deve fronteggiare i sicari di un gangster e, soprattutto, uno psicopatico che si diverte ad assassinare alcune celebrità legate al set di un film del regista Peter Swan (Liam Neeson): nella lista dei bersagli del killer, c'è lo stesso Callaghan.
Quinto e ultimo capitolo della serie incentrata sul più celebre ispettore della storia del cinema, una saga la cui qualità, dopo il capostipite Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo (1971) di Don Siegel, è andata via via declinando. L'episodio finale è, tra tutti, il più scialbo e mediocre, nonché il tentativo fuori tempo massimo di dare ancora linfa vitale a un franchise che, dal punto di vista iconografico, resta intrinsecamente legato agli anni Settanta. Per quanto Eastwood, nonostante i capelli bianchi, sia ancora credibile nei panni del suo indistruttibile eroe, le idee scarseggiano e il disegno del mondo cinematografico, così come quello dell'universo mediatico, appaiono banali, al limite del ridicolo. La scena in cui Dirty Harry si trova faccia a faccia con l'automobilina killer è talmente trash da essere quasi godibile. A posteriori, gli unici elementi interessanti sono il piccolo ruolo di un giovane Jim Carrey e la breve apparizione, come special guest star, dei Guns N' Roses, che inseriscono nella colonna sonora la loro hit Welcome to the Jungle.