Alla fine della campagna di Grecia, due graduati dell'esercito italiano, il tenente Martino (Tomas Milian) e il sergente Castagnoli (Mario Adorf), ricevono l'ordine di scortare un gruppo di prostitute (le “soldatesse” del titolo) verso i vari distaccamenti militari cui sono destinate, in un viaggio che risale la penisola balcanica verso nord. La missione sarà complicata dalle incursioni partigiane e lo shock dell'esperienza sarà così grande da persuadere l'ufficiale a lasciar fuggire Eftichia (Marie Laforêt), l'ultima ragazza superstite del convoglio. Adattamento corretto ma non memorabile del romanzo omonimo di Ugo Pirro, Le soldatesse denuncia gli stessi limiti che saranno riscontrabili nel successivo film di Zurlini, Seduto alla sua destra (1968): a una sincera denuncia sociale non corrisponde una vena narrativa altrettanto spontanea. Forse è troppo facile (benché ineccepibile) il fascismo bellico come bersaglio, forse la struttura corale e on the road si sviluppa in modo troppo prevedibile, fatto sta che ne esce una pellicola prolissa, che non di rado ricorre alla retorica per emozionare lo spettatore, pur avvalendosi dell'indubbia professionalità del cast e di un ottimo reparto tecnico (fotografia di Tonino Delli Colli e musiche di Mario Nascimbene). Sceneggiatura di Piero De Bernardi, Leonardo Benvenuti, Franco Solinas e Valerio Zurlini.