Allevato dalla gorilla Kala, che l'ha salvato dalle grinfie del leopardo Sabor (colpevole di avergli assassinato i genitori), Tarzan è un essere umano cresciuto tra liane e alberi come fosse un animale della giungla. L'arrivo nella foresta di un gruppo di esploratori, tra i quali la goffa Jane, mette a repentaglio le sue convinzioni, gli fa scoprire l'amore e, tuttavia, fa sì che solidifichi la sua devozione per l'ambiente che l'ha accolto con immensa benevolenza. Il Tarzan disneyano di fine millennio non si discosta molto dai soliti messaggi concilianti legittimamente attribuibili a un prodotto del genere, per bambini e per famiglie, che oltretutto si sposano a meraviglia con il personaggio creato da Edgar Rice Burroughs: il discorso sulla diversità, per quanto prevedibile e amplificato da echi evidenti de Il libro della giungla, è un asse portante che non manca di regalare una discreta dose di magia all'intero prodotto, che può vantare, oltre al massiccio uso di effetti computerizzati, anche delle sequenze d'animazione molto coinvolgenti, coreografate e nel migliore e più avvincente dei modi. La storia d'amore con Jane è tratteggiata in maniera efficace e appaiono funzionali allo scopo anche i diversi personaggi secondari, anche si poteva fare di più sul versante del cattivo, un cacciatore tutto sommato stereotipato e già visto che vorrebbe smerciare i gorilla per trarne profitto. Il ritmo, in compenso, è elevato e spesso coinvolgente, con dolcissime aperture romantiche e un'attenzione dedicata al tema della paternità e della famiglia amplificato dalla canzone di Phil Collins Son of Man, cantata dal musicista britannico anche in italiano nella versione nostrana del cartoon. Oscar e Golden Globe allo stesso Collins per un altro brano della colonna sonora, You'll Be In My Heart.