The Book of Vision
The Book of Vision
2020
Paesi
Italia, Gran Bretagna, Belgio
Generi
Fantasy, Drammatico
Durata
95 min.
Formato
Colore
Regista
Carlo Hintermann
Attori
Charles Dance
Lotte Verbeek
Rocco Gottlieb
Justin Korovkin
Sverrir Gudnason
Isolda Dychauk
Filippo Nigro
Eva (Lotte Verbeek), una ricercatrice di Storia della Medicina, scopre un manoscritto di Johan Anmuth (Charles Dance), un medico del 18° secolo. Nel testo, Anmuth trascrive i sentimenti, le paure e i sogni di 1800 pazienti: immergendosi in questi racconti e in queste visioni, Eva mette in discussione la separazione tra passato, presente e futuro, mentre si scontra con le sfide della medicina moderna e i suoi limiti in rapporto al proprio corpo.
Primo film di finzione di Carlo Hintermann, produttore e regista che dietro la macchina da presa si era sempre finora dedicato solo ai documentari. Tra i produttori di The Tree of Life, Hintermann si fa “ricambiare il favore” da Malick, dato che il celebre regista americano è proprio nella produzione di questo The Book of Vision: l’ingombrante presenza del regista de La sottile linea rossa si sente in parte, soprattutto verso la conclusione, con alcune inquadrature in mezzo all’erba che possono ricordare alcuni passaggi del cinema malickiano. Tornando però al lavoro di Hintermann, di sicuro non manca l’ambizione in questo lungometraggio misticheggiante, che filosofeggia con gusto prendendosi un po’ troppo sul serio. Siamo dalle parti del fantasy stregonesco e dei collegamenti temporali a dir poco pretestuosi, ma se la fotografia fa un discreto lavoro, lo stesso non si può dire di una sceneggiatura che perde spesso il focus del discorso, lanciandosi in passaggi decisamente sopra le righe e poco emozionanti. Non mancano sequenze suggestive, ma l’assenza di concretezza è troppo evidente per far finta di nulla e anche i personaggi risultano eccessivamente stereotipati. Presentato all’interno della Settimana Internazionale della Critica della Mostra del Cinema di Venezia 2020.
Primo film di finzione di Carlo Hintermann, produttore e regista che dietro la macchina da presa si era sempre finora dedicato solo ai documentari. Tra i produttori di The Tree of Life, Hintermann si fa “ricambiare il favore” da Malick, dato che il celebre regista americano è proprio nella produzione di questo The Book of Vision: l’ingombrante presenza del regista de La sottile linea rossa si sente in parte, soprattutto verso la conclusione, con alcune inquadrature in mezzo all’erba che possono ricordare alcuni passaggi del cinema malickiano. Tornando però al lavoro di Hintermann, di sicuro non manca l’ambizione in questo lungometraggio misticheggiante, che filosofeggia con gusto prendendosi un po’ troppo sul serio. Siamo dalle parti del fantasy stregonesco e dei collegamenti temporali a dir poco pretestuosi, ma se la fotografia fa un discreto lavoro, lo stesso non si può dire di una sceneggiatura che perde spesso il focus del discorso, lanciandosi in passaggi decisamente sopra le righe e poco emozionanti. Non mancano sequenze suggestive, ma l’assenza di concretezza è troppo evidente per far finta di nulla e anche i personaggi risultano eccessivamente stereotipati. Presentato all’interno della Settimana Internazionale della Critica della Mostra del Cinema di Venezia 2020.
Iscriviti
o
Accedi
per commentare