Green Border
Zielona granica
2023
Paesi
Polonia, Germania, Francia, Repubblica Ceca, Belgio
Genere
Drammatico
Durata
147 min.
Formato
Colore
Regista
Agnieszka Holland
Attori
Behi Djanati Atai
Agata Kulesza
Piotr Stramowski
Maja Ostaszewska
Nelle insidiose foreste paludose che costituiscono il cosiddetto “confine verde” tra Bielorussia e Polonia, i rifugiati provenienti dal Medio Oriente e dall’Africa che cercano di raggiungere l’Unione Europea si trovano intrappolati in una crisi geopolitica cinicamente architettata dal dittatore bielorusso Aljaksandr Lukašėnko. Nel tentativo di provocare l’Europa, i rifugiati sono attirati al confine dalla propaganda che promette un facile passaggio verso l’UE. In questa guerra sommersa si intrecciano le vite di una famiglia siriana, di una giovane guardia di frontiera e di un’attivista di recente formazione.
Trentadue anni dopo Europa Europa (1991), la regista polacca Agnieszka Holland firma una pellicola che avrebbe potuto avere lo stesso titolo. Green Border è un film sul vecchio continente, sui suoi confini e su quanto di nascosto ci sia nella gestione politica degli stessi: la divisione tra Bielorussia e Polonia è quella tra una dittatura da un lato e un governo di estrema destra dall’altro, dove lo straniero non è ben accetto, soprattutto se proveniente da spazi poco “commerciabili” mediaticamente. Ed è un po’ questo che suggerisce il riuscito finale di questa pellicola, che va lì a toccare anche il tema della guerra in Ucraina fino a quel momento lasciato da parte. La regista ha il grande merito di trattare un argomento poco noto con coraggio, andando a puntare il dito contro le autorità e la gestione di certe dinamiche che si vorrebbero umanitarie e che in realtà sono di totale sfruttamento. A tratti il film colpisce a fondo, scuote le coscienze e fa riflettere, ma ci sono anche passaggi in cui si va a mostrare costantemente il dolore e le violenze, anche quando non ce n’è realmente bisogno: il rischio è quello di cadere in diverse trappole retoriche che limitano in parte il coinvolgimento complessivo. Aperto da un’immagine a colori, relativa al verde di questo confine, il film si sposta poi in un raggelante bianco e nero che contribuisce all'incisività di alcuni passaggi. Presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2023.
Trentadue anni dopo Europa Europa (1991), la regista polacca Agnieszka Holland firma una pellicola che avrebbe potuto avere lo stesso titolo. Green Border è un film sul vecchio continente, sui suoi confini e su quanto di nascosto ci sia nella gestione politica degli stessi: la divisione tra Bielorussia e Polonia è quella tra una dittatura da un lato e un governo di estrema destra dall’altro, dove lo straniero non è ben accetto, soprattutto se proveniente da spazi poco “commerciabili” mediaticamente. Ed è un po’ questo che suggerisce il riuscito finale di questa pellicola, che va lì a toccare anche il tema della guerra in Ucraina fino a quel momento lasciato da parte. La regista ha il grande merito di trattare un argomento poco noto con coraggio, andando a puntare il dito contro le autorità e la gestione di certe dinamiche che si vorrebbero umanitarie e che in realtà sono di totale sfruttamento. A tratti il film colpisce a fondo, scuote le coscienze e fa riflettere, ma ci sono anche passaggi in cui si va a mostrare costantemente il dolore e le violenze, anche quando non ce n’è realmente bisogno: il rischio è quello di cadere in diverse trappole retoriche che limitano in parte il coinvolgimento complessivo. Aperto da un’immagine a colori, relativa al verde di questo confine, il film si sposta poi in un raggelante bianco e nero che contribuisce all'incisività di alcuni passaggi. Presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2023.
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