Toy Story 3 – La grande fuga
Toy Story 3
2010
Disney+
Paese
Usa
Generi
Animazione, Avventura, Sentimentale
Durata
103 min.
Formato
Colore
Regista
Lee Unkrich
Andy, ormai cresciuto, è pronto per trasferirsi al college. I suoi amati giocattoli sembrano così destinati a essere chiusi in soffitta per il resto dei loro giorni. Woody, Buzz e gli altri finiscono invece per essere consegnati a un asilo dove spadroneggia il vecchio orso di peluche Lotso.
Sono passati quindici anni da quando la Pixar bussò alle dorate porte del Cinema con un film d'animazione in computer grafica che aveva come protagonisti dei giocattoli. Woody e Buzz, nel frattempo, con due film e alcuni corti alle spalle sono entrati nell'immaginario collettivo di grandi e piccini e John Lasseter & co. hanno dimostrato una continua evoluzione artistica. Con un sottotesto malinconico che sottolinea l'inesorabile scorrere del tempo, Toy Story 3 – La grande fuga è senza dubbio il miglior titolo della trilogia e uno dei punti più alti mai raggiunti dall'animazione a stelle e strisce: aperto da un incipit spettacolare, il film affronta con grande spessore il tema dell'abbandono e dell'accettazione dei cambiamenti a cui non ci si può sottrarre. Quello di Lee Unkrich è un tipico esempio di escape movie (i giocattoli devono fuggire dall'asilo/prigione in cui sono finiti), ricco di citazioni e impreziosito da tanti memorabili personaggi: alcuni spassosi e divertenti (da antologia i siparietti tra Barbie e Ken), altri malvagi se non addirittura inquietanti (come il disilluso orso Lotso e il bambolotto). Da segnalare, inoltre, la brevissima apparizione di Totoro, personaggio simbolo dello studio Ghibli di Hayao Miyazaki, quasi a voler sottolineare la profonda amicizia che lega lo studio americano a quello giapponese. Toccante e fin commovente (quasi impossibile trattenere le lacrime durante lo splendido finale), Toy Story 3 – La grande fuga ha anche vinto due meritatissimi premi Oscar: miglior film d'animazione e miglior canzone originale (We Belong Together di Randy Newman).
Sono passati quindici anni da quando la Pixar bussò alle dorate porte del Cinema con un film d'animazione in computer grafica che aveva come protagonisti dei giocattoli. Woody e Buzz, nel frattempo, con due film e alcuni corti alle spalle sono entrati nell'immaginario collettivo di grandi e piccini e John Lasseter & co. hanno dimostrato una continua evoluzione artistica. Con un sottotesto malinconico che sottolinea l'inesorabile scorrere del tempo, Toy Story 3 – La grande fuga è senza dubbio il miglior titolo della trilogia e uno dei punti più alti mai raggiunti dall'animazione a stelle e strisce: aperto da un incipit spettacolare, il film affronta con grande spessore il tema dell'abbandono e dell'accettazione dei cambiamenti a cui non ci si può sottrarre. Quello di Lee Unkrich è un tipico esempio di escape movie (i giocattoli devono fuggire dall'asilo/prigione in cui sono finiti), ricco di citazioni e impreziosito da tanti memorabili personaggi: alcuni spassosi e divertenti (da antologia i siparietti tra Barbie e Ken), altri malvagi se non addirittura inquietanti (come il disilluso orso Lotso e il bambolotto). Da segnalare, inoltre, la brevissima apparizione di Totoro, personaggio simbolo dello studio Ghibli di Hayao Miyazaki, quasi a voler sottolineare la profonda amicizia che lega lo studio americano a quello giapponese. Toccante e fin commovente (quasi impossibile trattenere le lacrime durante lo splendido finale), Toy Story 3 – La grande fuga ha anche vinto due meritatissimi premi Oscar: miglior film d'animazione e miglior canzone originale (We Belong Together di Randy Newman).
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