Tutto su mia madre
Todo sobre mi madre
1999
Paesi
Spagna, Francia
Generi
Drammatico, Grottesco, Sentimentale
Durata
101 min.
Formato
Colore
Regista
Pedro Almodóvar
Attori
Cecilia Roth
Marisa Paredes
Candela Peña
Antonia San Juan
Penélope Cruz
Eloy Azorin
Manuela (Cecilia Roth) non ha fatto in tempo a svelare a suo figlio Esteban (Eloy Azorìn) chi fosse suo padre: un'auto lo ha investito sotto i suoi occhi, all'uscita di un teatro, proprio quando aveva promesso di raccontargli la verità. Manuela decide di compiere comunque l'ultima volontà di Esteban e va in cerca del padre, da cui era fuggita incinta diciotto anni prima. Lasciata Madrid per Barcellona, la donna dovrà fare i conti con una realtà molto più dura di quanto si potesse aspettare.
Tutto su mia madre rappresenta per Pedro Almodóvar una sfida personale estrema, che si può considerare vinta. Egli concentra, infatti, nei cento minuti del film, i temi essenziali del proprio universo etico e artistico, riprendendo la riflessione su genitori e figli (onnipresente nella sua filmografia, da Matador del 1986 ai successivi Volver del 2006 e Gli abbracci spezzati, del 2009) con un'audace contaminazione di generi, non solo cinematografici (videoclip, teatro, show televisivi). Attraverso uno stile libero da ogni sorta di conformismo e con toni misurati e adulti, il regista elimina le differenze etiche e culturali radicate nella società contemporanea, sostituendo l'anarchico furore artistico degli albori con un'impeccabile geometria formale. Quando la (presunta) volgarità diventa poesia: esemplificativo il carosello notturno delle automobili intorno alle prostitute, sotto un ponte di Barcellona illuminato dalla luna. Tutto su mia madre è un'opera riflessiva che interiorizza e approfondisce i grandi temi esistenziali (vita e morte, procreazione e maternità) attraverso un processo cinematografico di matrice postmoderna. Incetta di premi nel 2000: Oscar e Golden Globe come miglior film straniero, miglior film ai premi Goya e miglior regia al Festival di Cannes.
Tutto su mia madre rappresenta per Pedro Almodóvar una sfida personale estrema, che si può considerare vinta. Egli concentra, infatti, nei cento minuti del film, i temi essenziali del proprio universo etico e artistico, riprendendo la riflessione su genitori e figli (onnipresente nella sua filmografia, da Matador del 1986 ai successivi Volver del 2006 e Gli abbracci spezzati, del 2009) con un'audace contaminazione di generi, non solo cinematografici (videoclip, teatro, show televisivi). Attraverso uno stile libero da ogni sorta di conformismo e con toni misurati e adulti, il regista elimina le differenze etiche e culturali radicate nella società contemporanea, sostituendo l'anarchico furore artistico degli albori con un'impeccabile geometria formale. Quando la (presunta) volgarità diventa poesia: esemplificativo il carosello notturno delle automobili intorno alle prostitute, sotto un ponte di Barcellona illuminato dalla luna. Tutto su mia madre è un'opera riflessiva che interiorizza e approfondisce i grandi temi esistenziali (vita e morte, procreazione e maternità) attraverso un processo cinematografico di matrice postmoderna. Incetta di premi nel 2000: Oscar e Golden Globe come miglior film straniero, miglior film ai premi Goya e miglior regia al Festival di Cannes.
Iscriviti
o
Accedi
per commentare