Victim
Victim
1961
Paese
Gran Bretagna
Genere
Drammatico
Durata
90 min.
Formato
Bianco e Nero
Regista
Basil Dearden
Attori
Dirk Bogarde
Sylvia Syms
Dennis Price
Nigel Stock
Peter McEnery
Un celebre avvocato (Dirk Bogarde) decide di mettere a rischio la sua carriera e il suo matrimonio per investigare sul suicidio di un giovane omosessuale che veniva ricattato, di cui in passato era stato attratto.
Distribuito quando in Inghilterra ancora si rischiava la galera per il reato di omosessualità, questo film vede protagonista un Dirk Bogarde più elegante che mai, che cerca di smascherare dei ricattatori che designano la comunità gay londinese come la vittima perfetta: il rifiuto di denunciare i criminali per paura di ripercussioni su carriera, vita privata e sulla stessa libertà costruisce una pellicola fatta di grande tensione e sottotesti. I dialoghi sono ottimi e memorabili, così come le interpretazioni del cast. Funzionano meno alcuni passaggi di sceneggiatura che risultano un po’ troppo costruiti a tavolino: non era del resto facile gestire un intrico con tutti questi personaggi, e il filo non sempre si riesce a sbrogliare con fluidità. Comunque, un film importante e coraggioso che fece scalpore, perché portò a galla certe ipocrisie della legge inglese dell’epoca. Il doppiaggio italiano edulcorò i passaggi più emotivi, di fatto censurando ulteriormente il già travagliato script. Basti pensare al fatto che la parola “homosexual” per la prima volta in assoluto pronunciata in un film anglofono, venga adattata come un giudicante e svilente “anormale”. Sintomo del fatto che il tema era caldo, complesso e oltraggioso ben oltre i confini inglesi.
Distribuito quando in Inghilterra ancora si rischiava la galera per il reato di omosessualità, questo film vede protagonista un Dirk Bogarde più elegante che mai, che cerca di smascherare dei ricattatori che designano la comunità gay londinese come la vittima perfetta: il rifiuto di denunciare i criminali per paura di ripercussioni su carriera, vita privata e sulla stessa libertà costruisce una pellicola fatta di grande tensione e sottotesti. I dialoghi sono ottimi e memorabili, così come le interpretazioni del cast. Funzionano meno alcuni passaggi di sceneggiatura che risultano un po’ troppo costruiti a tavolino: non era del resto facile gestire un intrico con tutti questi personaggi, e il filo non sempre si riesce a sbrogliare con fluidità. Comunque, un film importante e coraggioso che fece scalpore, perché portò a galla certe ipocrisie della legge inglese dell’epoca. Il doppiaggio italiano edulcorò i passaggi più emotivi, di fatto censurando ulteriormente il già travagliato script. Basti pensare al fatto che la parola “homosexual” per la prima volta in assoluto pronunciata in un film anglofono, venga adattata come un giudicante e svilente “anormale”. Sintomo del fatto che il tema era caldo, complesso e oltraggioso ben oltre i confini inglesi.
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