News
Dal grande schermo alla vita reale: i film come specchio delle emozioni, anche quelle che derivano dal rapporto padre-figlio
lunedì 17 marzo 2025 alle 10:13
È possibile stabilire una connessione tra meditazione profonda e ciò che proviamo durante la visione di un film? Uri Hasson, professore presso il Dipartimento di Psicologia e il Neuroscience Institute dell'Università di Princeton, ha condotto degli studi di neurocinematica dai quali è emerso che guardare un film porta gli spettatori a un rallentamento dell’attività cerebrale [1] - lo stesso rallentamento riscontrato da Richard Davidson (psicologo e psichiatra dell’Università del Wisconsin-Madison) con le sue indagini neuroscientifiche condotte sui monaci buddisti in meditazione [2]. Gli studi paralleli dei due scienziati mostrano quindi che il nostro cervello si comporta allo stesso modo, in meditazione o davanti a un film: in entrambi i casi infatti si assiste a una diminuzione di attività nella parte frontale del cervello (quella che riguarda l’ego e i bisogni personali) che permette di lavorare sulle proprie emozioni.

Ricorrere a scene cinematografiche per lavorare sulle proprie emozioni è proprio quanto proposto da Virginio De Maio, ricercatore e docente associato dell’Italian Movie Award esperto di cinema applicato alla formazione ed evoluzione personale, nel nuovo libro “Filmatrix Infinity” (pubblicato nel 2025 ed edito da Trigono Edizioni) che illustra il metodo per entrare in uno stato di benessere grazie ai film, rivolto dunque a chiunque voglia superare paure, dolore e ostacoli. 


I film infatti rappresentano lo specchio di paure, blocchi emotivi e difficoltà dell’attore tanto quanto dello spettatore: dalle scene di film proposte nel libro emergono dinamiche di vita dei personaggi che ricalcano quelle di tutti noi, incluso il rapporto con i propri genitori. Le pellicole diventano quindi anche il punto di partenza per iniziare la propria crescita personale, riconoscendo i propri blocchi emotivi in ciò che viene rappresentato sullo schermo, elaborandoli e superandoli.


“Per raggiungere l’armonia interiore è necessario ricongiungersi con ciò che viene definito spazio di illimitata coscienza, ovvero il luogo che permette di sentirsi soddisfatti interiormente, indipendentemente da come va la vita esteriore, ma dal quale siamo costantemente allontanati da fattori di natura biologica, fisica e ambientale. Il segreto è comprendere le proprie emozioni, soprattutto quelle negative, per poi trascenderle. E i film offrono un importante supporto a riguardo” spiega Virginio De Maio. 



PADRI, FIGLI E IL POTERE DEL CINEMA COME STRUMENTO DI RICONCILIAZIONE

In occasione della festa del papà il cinema si rivela uno straordinario strumento per esplorare i rapporti genitori-figli e comprendere meglio le dinamiche di una relazione piena di sfaccettature e spesso segnata da conflitti ed emozioni contrastanti come amore, rabbia, delusione e desiderio di riconciliazione. 

 
I film offrono una prospettiva unica perché diventano uno "spazio protetto" tra quanto visto e quanto vissuto e permettono dunque un’elaborazione delle emozioni senza il peso immediato delle esperienze personali dolorose. Guardando certe dinamiche sullo schermo, infatti, si possono riconoscere le proprie ferite e i conflitti familiari - magari un’educazione rigida o il timore della separazione - senza esserne sopraffatti, trovando una sorta di catarsi emotiva che può aiutare a comprendere meglio se stessi e gli altri.

 
Le storie cinematografiche, con la loro capacità di evolvere positivamente anche nei momenti più drammatici, permettono di affrontare conflitti irrisolti tra padre e figlio in modo indiretto ma efficace, mostrando scene di confronto e riconciliazione che invitano a riflettere sulle proprie relazioni familiari. In questi momenti di catarsi, dove le ferite vengono finalmente riconosciute e affrontate (anziché respinte o rimandate, come solitamente accade nella quotidianità), il cinema diventa un alleato nel processo di perdono perché porta a vedere le difficoltà con un nuovo sguardo. 

 

 

CINQUE FILM PER APPROFONDIRE LE DINAMICHE TRA PADRI E FIGLI

Quali film possono aiutarci a riflettere sulle emozioni dettate dal rapporto che un figlio o una figlia ha con il proprio padre, e viceversa? Ecco cinque rinomati titoli che offrono spunti su questa relazione, consigliati dall’autore di “Filmatrix Infinity”.

 

Il padre della sposa 

Remake dell’omonimo classico del 1950, questa pellicola del 1991 diretta da Charles Shyer narra di un padre affettuoso ma iperprotettivo che fatica ad accettare il matrimonio  imminente della sua adorata figlia. Con lo scorrere del tempo il protagonista imparerà a lasciarla andare, affrontando il cambiamento nella sua famiglia.

Perché vederlo? L’amore non è possesso, e le paure dei genitori non devono bloccare i figli: il film insegna l’importanza di accettare il cambiamento e di lasciar andare le persone che amiamo, anche quando è difficile. Anche i genitori possono imparare dai propri errori e riuscire infine a sostenere e accettare la crescita dei propri figli. 

 

Cielo d’Ottobre 

Basato sulla storia vera di Homer Hickam, questo film ambientato negli anni ‘50 e diretto da Joe Johnston nel 1999 racconta di un giovane ragazzo che, ispirato dal lancio del satellite Sputnik, sogna di diventare ingegnere spaziale. Nonostante l'opposizione del padre e le difficoltà economiche, Homer costruisce diversi razzi con i suoi amici, perseguendo il suo obiettivo fino a ottenere una borsa di studio.

Perché vederlo? Anche quando il proprio destino sembra già scritto - il protagonista nasce in un piccolo paese di minatori, compreso suo padre che vuole per lui la stessa carriera - i sogni di un giovane si possono realizzare: è importante seguirli indipendentemente dal contesto familiare, che talvolta ci spinge verso strade che sentiamo non appartenerci.

 

Molly’s Game

Questo film del 2017 diretto da Aaron Sorkin narra di una ragazza - promessa dello sci alpino - che vede il proprio sogno infrangersi dopo un grave incidente, e decide quindi di reinventarsi costruendo un impero nel mondo del poker clandestino. Ma dietro il suo successo si nasconde un rapporto irrisolto con il padre, psicologo severo ed esigente, la cui ombra ha influenzato ogni sua scelta. 

Perché vederlo? Il film riflette sulle cicatrici lasciate dai genitori quando le loro aspettative diventano troppo pesanti. Durante gran parte della sua vita la protagonista cerca di dimostrare qualcosa al padre, salvo infine accorgersi che ciò di cui aveva davvero bisogno non era la sua approvazione, ma il suo affetto. Il dialogo finale tra i due è una lezione di verità e riconciliazione: nonostante sbaglino a volte, i genitori possono ancora essere fonte di guarigione quando trovano il coraggio di ascoltarci davvero.

 

Un amico straordinario

Condotto da Marielle Heller nel 2019, il film vede un cinico giornalista, segnato da un rapporto irrisolto con il padre, incaricato di intervistare un celebre conduttore televisivo per bambini. Attraverso la gentilezza e la saggezza dell’intervistato, il giornalista affronta le proprie ferite emotive, imparando a perdonare e a ricostruire il legame con il padre.

Perché vederlo? A volte serve uno sguardo esterno per aiutarci a sciogliere nodi del passato. Il film insegna che il perdono non solo è possibile, ma è l’unica strada per la guarigione, e che un rapporto familiare, per quanto complicato, può essere risanato con empatia e apertura. Il conduttore TV non offre soluzioni magiche, ma dimostra come l’ascolto e la comprensione possano cambiare la prospettiva di una vita intera.

 

Eric

“Eric” è una miniserie televisiva diretta da Lucy Forbes e distribuita da Netflix (2024). La storia narra di un burattinaio di successo talmente ossessionato dal lavoro da trascurare il proprio figlio. Quando un giorno il bambino scompare, l’uomo è costretto a fare i conti con i propri errori e con il vuoto affettivo che ha creato. Il dolore lo trasforma, portandolo a riscoprire l’amore paterno e a tentare una riconciliazione.

Perché vederlo? La serie mostra quanto sia facile perdersi nelle ambizioni lavorative e dimenticare ciò che conta davvero: le persone che ci amano. Solo quando il protagonista rischia di perdere tutto comprende il valore del tempo con suo figlio, un monito potente per ogni genitore. La ricerca del figlio diventa per il padre un viaggio dentro sé stesso, una lotta per rimediare agli errori prima che sia troppo tardi. 

 

 

"Quando ci immergiamo nella storia di un film, passiamo da uno stato egoico a uno spazio che va oltre noi stessi, simile a quanto avviene nelle pratiche di meditazione orientali. La neurocinematica conferma che il nostro cervello, durante la visione di un film, funziona come se stesse meditando profondamente, portando con sé momenti di risveglio e di espansione della coscienza”, dichiara Virginio De Maio, autore del libro “Filmatrix Infinity”, aggiungendo: “Ogni film può agire come una meditazione profonda, e il Metodo Filmatrix Infinity si fonda proprio su questo principio: le scene cinematografiche sono scelte appositamente per riportare la nostra energia in uno stato di espansione, favorendo un risveglio naturale e una sensazione di libertà. Non siamo più intrappolati nel nostro ego, e ciò giova anche nella risoluzione di conflitti tra genitori e figli perché, nella visione del film, l’esperienza del perdono accade spontaneamente: viviamo l’emozione senza esserne travolti e, in questo intervallo tra noi e lo schermo, il dolore guarisce da solo.”

 

 

A proposito di Virginio De Maio

Virginio De Maio è ricercatore, docente associato dell’Italian Movie Award ed esperto di cinema e management. Ha fondato i portali Ilcinemainsegna.it, Trainingwithmovies.com e Filmanager per promuovere una formazione a tutto tondo tramite scene cinematografiche. A gennaio 2025 ha lanciato anche la piattaforma La Scuola sullo Schermo, dedicata ai docenti che desiderano insegnare sfruttando scene di film, per un maggiore coinvolgimento degli studenti. Nel 2016 ha pubblicato con Uno Editori il bestseller internazionale “Filmatrix – Cambia la tua vita grazie al potere nascosto nei film”, primo libro a indagare i meccanismi che si celano dietro le premonizioni cinematografiche. Nel 2019 ha pubblicato con Uno Editori “Filmatrix - Una nuova scoperta per risvegliare la forza del cuore grazie ai film”, in cui sono raccolti i risultati di uno studio effettuato su oltre 110 film per individuare la correlazione tra film e variabilità cardiaca. “Filmatrix Infinity” è l’ultima pubblicazione dell’autore (2025, edito da Trigono Edizioni) che, rifacendosi a studi nell’ambito delle neuroscienze, indaga la correlazione tra visione di una pellicola cinematografica e risoluzione dei conflitti interiori. 

 
Maximal Interjector
Browser non supportato.