La spettacolare biografia “Amundsen” sul leggendario esploratore norvegese diretta da Espen Sandberg
inaugura domani il programma cinematografico della 67 edizione.
Al via anche il concorso con gli italiani “In questo mondo” di Anna Kauber e “Storie di pietre” di Alessandro Leone e “Return to Mount Kennedy” il documentario, firmato da Eric Becker e musicato da Eddie Vedder, ripercorre l’impresa di Robert Kennedy e Jimmy Whittaker portata a termine nel 1965 per rendere omaggio a John Fitzgerald Kennedy.
Luca Barbarossa sarà protagonista della serata con lo spettacolo “Tra musica e parole”
Prende il via domani sabato 27 aprile la 67 edizione del Trento Film festival, la storica manifestazione dedicata alla cultura di montagna, all’ambiente e all’avventura che fino al 5 maggio 2019 invade la città trentina con film, spettacoli, presentazioni di libri e tanti ospiti.
Ed è proprio nel segno dell’esplorazione e dell’avventura l’apertura del programma cinematografico con l’anteprima internazionale della spettacolare biografia kolossal Amundsen, diretta da Espen Sandberg, regista candidato all’Oscar nel 2012 per Kon-Tiki Espen Sandberg. Nel ruolo del leggendario e controverso esploratore norvegese Roald Amundsen, che dedicò l’intera vita alla scoperta di nuove terre, sacrificando tutto per realizzare i suoi sogni, la star internazionale Pål Sverre Hagen.
Sabato 27 anche il concorso prende il via con il primo titolo che concorre per la Genziana: Return to Mount Kennedy di Eric Becker (con le musiche inedite di Eddie Vedder dei Pearl Jam). Il documentario intreccia politica, alpinismo, musica ed ecologia nell’indimenticabile racconto di un evento poco noto del ‘900 americano, che vede al centro le iconiche figure di John Fitzgerald e Robert Kennedy.
Nel 1965 Jim Whittaker, il primo americano ad aver raggiungo la vetta dell’Everest, condusse il senatore Robert Kennedy alla prima salita di una remota montagna nello Yukon, intitolata al defunto presidente John Fitzgerald Kennedy. Cinquant’anni dopo, i figli dei membri del team originario – uno sguaiato ex manager di gruppi musicali come Mudhoney e R.E.M., un candidato alla carica di governatore e un giovane alpinista – si imbarcano in una spedizione per tornare su quella montagna e celebrare il legame speciale che li unisce.
Tra i documentari in concorso (15 lungometraggi e 12 cortometraggi da 18 paesi diversi), tre sono i titoli italiani. Domani saranno presentati In questo mondo di Anna Kauber (miglior documentario della sezione Italiana.doc all’ultimo Torino Film Festival) racconta la vita delle pastore in Italia ed è il risultato di un viaggio di più di due anni e di 100 interviste a donne che hanno scelto un mestiere tradizionalmente identificato con un ruolo maschile; anteprima assoluta per Storie di pietre di Alessandro Leone, realizzato sul post-terremoto in Italia centrale, omaggio a una cultura e a un territorio che vogliono rimanere vivi e sfidare l’isolamento post-sisma, incentrato sul profondo legame della piccola comunità di Frascaro, vicino Norcia, con una terra che non smette di tremare.
L’ultimo italiano in competizione La regina di Casetta di Francesco Fei (miglior film del Concorso Italiano al Festival dei Popoli 2018) racconta quattro stagioni nella vita di Gregoria, unica ragazzina rimasta a Casetta di Tiara, borgo abitato da solo undici persone, tra cui otto pensionati, in una remota zona dell’Appennino Tosco-Emiliano.
In serata Luca Barbarossa sarà protagonista della serata Tra musica e parole. Il cantante romano racconterà il suo rapporto con la montagna, tra silenzi, natura, tradizioni e ricordi d’infanzia, proponendo alcuni dei suoi più grandi successi in un set acustico.