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FESCAAAL 31 – Il racconto della serata inaugurale: apre le danze Twist à Bamako di Robert Guédiguian
È Twist à Bamako, ultima opera dell’apprezzatissimo regista francese Robert Guédiguian, nella sezione FLASH, ad aprire ufficialmente la 31esima edizione del Festival del cinema Africano, d’Asia e America Latina. Gli spettatori presenti all’Auditorium San Fedele di Milano hanno goduto dell’opportunità di vedere, in anteprima nazionale, un film emblema della capacità del Festival di aprire gli orizzonti oltre i confini del mondo occidentale.

TWIST À BAMAKO

Guédiguian posa il suo sguardo sulla tentata rivoluzione socialista all’alba dell’indipendenza in Mali, nel 1962. In una nazione attraversata da correnti di pensiero opposte, la causa socialista si lega a quella dell’indipendenza, creando delle distorsioni politiche che mettono in evidenza la difficile situazione dell’Africa durante la decolonizzazione. Accade che il twist, genere per eccellenza legato alla rivoluzione (e in particolare a quella socialista), venga invece considerato anti-rivoluzionario in quanto estirpa la tradizione maliana, a favore dell’immoralità e della perversione della cultura del mondo occidentale. I sentimenti di rivoluzione pacifica sono condivisi dal protagonista Samba (Stéphane Bak), il quale, conosciuta la giovane Lara (Alicia Da Luz Gomes), sposata con un uomo contro la sua volontà proprio a causa delle leggi religiose in atto, capirà come la società da lui sognata, basata sulla libertà e la condivisione socialista, sia ancora un’utopia. Il regista francese riesce ad orchestrare una love story genuina e sincera che si nutre della leggerezza e della spensieratezza della musica rock degli anni sessanta. L’eccezionale colonna sonora che può contare su brani francesi, maliani ma anche su alcuni capolavori ascoltati in tutto il mondo come Twist And Shout dei Beatles e I Get Around dei Beach Boys è particolarmente efficace nel coinvolgere emotivamente anche gli spettatori estranei alla situazione maliana dell’epoca. Nonostante in certi momenti, a causa di alcune storie interessanti ma secondarie, sembri venir meno la compattezza dell’opera, l’obiettivo di mostrare le disastrose conseguenze del colonialismo e il messaggio di speranza in un futuro migliore, nonostante nel 2012 la situazione sia forse peggiorata, emerge con chiarezza.


I FILM DEL SABATO

L’Auditorium San Fedele riapre le sue porte per mostrare quattro dei sedici film che si contendono il Premio al Miglior Film Extr’A, sezione competitiva dedicata a registi italiano o stranieri residenti italiani. A cominciare dalle 14.30 gli spettatori potranno infatti vedere Princesa di Stefania Muresu, storia strettamente legata ad una leggenda calabrese, La pecora di Nour Gharbi, Oltre la foresta di Jacopo Marzi e Il turno, nuovo cortometraggio dei pluripremiati Chiara Marotta e Loris Giuseppe Nese. Come se non bastasse, la programmazione prevede due eventi speciali: una tavola rotonda dal titolo Creative Africa: il futuro delle industrie culturali in collaborazione con la Fondazione Edu e la proiezione di Système K (2019), film di Renaud Barrett, già premiato alla Berlinale con una menzione speciale per il Peace Film Prize.

A cura di Enrico Nicolosi
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