(comunicato stampa) Il 30° Festival del Cinema Africano, d’Asia e America Latina – FESCAAAL / NEW EDITION ONLINE si svolgerà dal 20 al 28 marzo 2021, dopo un anno difficile che ha visto l’annullamento dell’edizione 2020 a causa delle misure straordinarie dovute alla pandemia da Covid-19.
"Quella di quest’anno - dichiarano le direttrici artistiche Annamaria Gallone e Alessandra Speciale - sarà quindi un’edizione “speciale” che, oltre a celebrare un anniversario importante, vuole essere una riflessione sulla storia del festival e sulla sua missione iniziale: promuovere la conoscenza delle cinematografie dei tre continenti per contribuire ad accrescere la diversità culturale dell’offerta cinematografica in Italia come occasione di dialogo, innovazione e creatività”.
Cambiano dunque le modalità ma non la varietà e la qualità dell’offerta culturale: 9 giorni di proiezioni sulla piattaforma MyMovies.it accompagnati da incontri con gli autori, eventi speciali e di approfondimento come sempre ispirati alle culture dei 3 continenti, il tutto fruibile in digitale. Tutti i film in programma saranno visibili con la sottoscrizione di un abbonamento; i dibattiti e gli eventi saranno ad accesso libero su Zoom e in streaming sui canali social del FESCAAAL.
La zebra prismatica, simbolo del festival, torna in scena vestita a festa, unita al claim di quest’anno, MiWorld From A to Zebra, che sintetizzare la vocazione di ricerca del FESCAAAL che, sin dalla sua nascita nel 1991, porta a Milano e in Italia la vivace scena artistica e culturale dei 3 continenti, con un’attenzione particolare alle nuove generazioni. Da non perdere le pillole dei 30 anni che ci accompagneranno sul web ripercorrendo con materiale d’archivio i momenti più significativi delle passate edizioni, trent’anni di storia del festival e del cinema dei tre continenti.
PROGRAMMA CINEMATOGRAFICO
La 30a edizione aprirà ufficialmente la programmazione cinematografica SABATO 20 marzo, ore 19.30 con un’inaugurazione in collegamento online con la direzione artistica, lo staff del festival e il pubblico, seguita dal lancio su MYmovies alle 20.30 del film d’apertura e proporrà 50 film (tra cui 22 prime italiane, 3 prima europea e 1 prima mondiale): una selezione delle produzioni più recenti di cinema di qualità proveniente da Africa, Asia, America Latina e Italia, scelte su circa 600 film ricevuti. Tutti i film sono presentati con sottotitoli in italiano.
Film d’apertura
Ad aprire la 30a edizione sarà uno dei più importanti film dell’Africa sub-sahariana dell’ultimo decennio, La nuit des rois ,del regista franco-ivoriano Philippe Lacôte. Seguiamo da anni la carriera di questo regista che oltre ad aver realizzato opere di grande valore (Run, Cannes 2014) ha anche dato un impulso notevole, come produttore, alla realizzazione di film di giovani registi di talento nel suo Paese. Dopo il lancio in prima mondiale il settembre scorso alla 77° Mostra del Cinema di Venezia, La nuit des rois sta ottenendo riconoscimenti in tutto il mondo, tra i premi più importanti citiamo il premio del pubblico Amplify Voices Award a Toronto 2020, il Premio della Giuria Giovani a Rotterdam 2021, e il Black Film Critics Circle Award 2021; attualmente il film è nella lista preliminare per l’Oscar 2021 nella categoria Miglior Film Straniero.
Girato nell’infernale prigione di Abidjan, la Maca, situata tra giungla e città, al confine tra natura selvaggia e civile, il film si cala nello spazio fisico e mentale di un prison movie per poi “evadere” dalla dimensione claustrofobica e trasformarsi in un grande omaggio alla tradizione orale dell’intrattenimento africano: griot, teatro, canti rituali, danza e magia. Secondo il rituale del carcere, difatti, un detenuto viene eletto a “roman” e deve riuscire a intrattenere gli altri prigionieri con i suoi racconti fino all’alba, pena la morte.
Sezione Speciale - Donne sull’orlo di cambiare il mondo
Novità importante di questa edizione è la partecipazione del FESCAAAL al palinsesto annuale I talenti delle donne, promosso dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano, in collaborazione con l’Ufficio Reti e Cooperazione Culturale con la sezione speciale “Donne sull’orlo di cambiare il mondo”. In programma, film recenti di registe provenienti da Africa, Asia e America Latina, e una tavola rotonda per riflettere sul cinema al femminile e il suo ruolo sociale in un'ottica contemporanea e promuovere la parità di genere e il valore delle diversità. Si tratta di un percorso inedito di auto-rappresentazione della donna sugli schermi per identificare gli elementi di novità e di rottura che il cinema indipendente extra-europeo, e in generale non occidentale, sta introducendo. Se l'industria del cinema relega ancora troppo spesso la donna a ruoli convenzionali e stereotipati, nell'ambito del cinema indipendente, più esplicitamente sociale e politico, sono spesso le donne, siano esse ribelli, oppresse o combattenti, le vere protagoniste che raccontano e denunciano.
Tra i titoli:
Noura’s Dream, di Hinde Boujemaa, regista tunisina che si era già fatta notare a Venezia nel 2012 con il documentario It Was Better Tomorrow. Dopo la prima mondiale a Toronto, in poco tempo il film raccoglie consensi internazionali (tra cui un premio prestigioso al Torino Film Festival), e si aggiudica il Tanit d’Oro alle Giornate cinematografiche di Cartagine, il più importante festival cinematografico tunisino e uno dei più antichi e prestigiosi festival dell’Africa e dei Paesi Arabi. Nel suo film “rivoluzionario” Hinde getta il velo della donna araba “vittima” e ritrae una donna mussulmana inedita che si batte per il diritto all’amore, anche fuori dal matrimonio, senza dover correre il rischio di essere portata davanti al tribunale. Dall’Arabia Saudita, la Settimana della Critica di Venezia 2019 ha presentato e premiato un altro film di grande rottura, Scales di Shahad Ameen, le cui sperimentazioni stilistiche danno vita al racconto immaginifico d’emancipazione di una ragazzina che si batte contro un rito ancestrale. La battaglia di questa trentenne di Jedda non si gioca solo sul campo della sfida al patriarcato, ma anche attraverso il dispositivo cinematografico stesso (in Arabia Saudita sono stati aperti i cinema nel 2018 dopo 35 anni di divieto). Fuori dai canoni del cinema di stampo neorealistico di denuncia sociale, Ameen osa un bianco e nero abbagliante e ci racconta una favola nera ispirata ad una leggenda pre-islamica, misteriosa e crudele, dove un’eroina tredicenne si batte per cambiare le regole nel suo villaggio.
Le tre sezioni competitive
In linea con il palinsesto dedicato ai talenti delle donne, i film in concorso quest’anno saranno giudicati da una Giuria internazionale di sole donne composta da alcuni volti emergenti del cinema mondiale: la tunisina Hinde Boujemaa (premiata nel 2019 al TFF per Le rêve de Noura); Beatriz Seigner, sceneggiatrice e regista brasiliana, vincitrice del Premio del Pubblico al FESCAAAL 2019 con Los silencios (film selezionato e premiato nel 2019 in più di venti festival internazionali tra cui Cannes) e presieduta da Michela Occhipinti (Presidente), prima regista italiana ad aver girato un film in Africa con una donna africana come protagonista, Il corpo della sposa, selezionato alla Berlinale 2019 e quarto film italiano più premiato nella classifica 2019 di cinemaitaliano.info.
La Giuria internazionale assegnerà il Premio “Comune di Milano” al Miglior Lungometraggio del Concorso Finestre sul Mondo, mentre una Giuria di giornalisti italiani attribuirà il Premio al Miglior Cortometraggio Africano e il Premio al Miglior film del Concorso Extr’A dedicato ai film italiani girati nei tre continenti e con uno sguardo sull'attualità del nostro paese.
Dal CONCORSO LUNGOMETRAGI FINESTRE SUL MONDO, tutti in prima nazionale, due film rivelazione della Semaine de la Critique di Cannes: Nuestras Madres di César Díaz (Caméra D’Or 2019) che narra la storia di un figlio ossessionato dalla ricerca delle spoglie del padre desaparecido ai tempi della guerra civile in Guatemala e lo humour e la satira sottile di Le miracle du saint inconnu di Alaa Eddine Aljem che, attraverso le peripezie di un ladro nel disperato tentativo di recuperare il suo bottino, racconta il Marocco contemporaneo. Sempre da Cannes, ma dalla sezione Un Certain Regard, il film Adam, opera prima di Maryam Touzani (una giovane regista marocchina che il FESCAAAL segue da anni, premiata per i suoi cortometraggi Quand ils dorment e Aya Goes to the Beach, distribuiti in Italia dal COE) che conferma il suo talento con una storia intima e sensibile di amicizia e solidarietà tra due donne sole, emarginate dalla società marocchina. Il film, che sarà distribuito in Italia da Movies Inspired, si avvale della magnifica interpretazione di una stella del cinema europeo e arabo, la belga Lubna Azabal che ha lavorato in più di 40 film con registi del calibro di André Techiné, Denis Villeneuve, Ridley Scott. Dalla Corea, invece, rimaniamo tra le mura di casa in Scattered Night delle registe Lee Jihyoung e Kim Sol (premiato come Miglior Film Coreano e Migliore attrice coreana al Jeonju Film Festival), con un inquietante ritratto familiare in cui genitori workaholic sul punto di divorziare si devono confrontare con figli molto precoci. Dal Kenya il documentario di Sam Soko, Softie (Premio Miglior Documentario al Sundance 2020) ci racconta 10 anni di vicissitudini politiche e familiari del giovane leader idealista Boniface Mwangi, dall’attivismo nelle piazze alle elezioni regionali sfidando apertamente le potenti e corrotte lobby politiche fino alle minacce di morte. Dalla Berlinale 2020, presentiamo in anteprima tre film: Veins of the World, terzo lungometraggio di Byambasuren Davaa (prima cineasta della Mongolia a raggiungere una fama internazionale con il documentario Storia del cammello che piange nel 2003), che incanta ancora una volta con la bellezza dei paesaggi delle steppe mongole su cui si estende, però, l’ombra dello sfruttamento indiscriminato delle compagnie minerarie; il vincitore del Premio della Giuria Generation Kplus, Los Lobos del messicano Samuel Kishi Leopo sulle difficoltà di adattamento di una mamma e dei suoi due bimbi immigrati da poco dal Messico negli USA e affascinati dal mito di Disneyland; la storia della giovane nomade Laila sullo sfondo dei magnifici paesaggi del Kashmir e delle tensioni dell'attuale conflitto in The Shepherdness and the Seven Songs di Pushpendra Singh. Dall’Angola la visione distopica del regista/artista Fradique che in Air Conditioner immagina che dai fatiscenti palazzi di Luanda comincino a cadere misteriosamente i condizionatori d’aria. Vincitore del Premio al Miglior Film del Cile 2019 la commedia drammatica tra realismo e musical pop latino Lina from Lima di María Paz González che ci propone il ritratto inedito di una domestica peruviana che dopo anni in Cile, lontana dalla famiglia, decide di inventarsi una nuova vita.
CONCORSO CORTOMETRAGGI AFRICANI
Dal Concorso Cortometraggi A,fricani segnaliamo il vincitore delle Giornate cinematografiche di Cartagine, True Story del tunisino Amine Lakhnech, un film anomalo nel panorama della produzione araba che si sta a poco a poco distaccando dall’approccio realistico e comincia a flirtare con i generi cinematografi. Qui il regista unisce la passione per i fumetti, la magia nera e l’horror gotico per raccontare la storia di emarginazione e rabbia giovanile di una ragazza reclusa sin dalla nascita perché nata con un cuore troppo grande. Vincitore del Grand Prix al Miglior Cortometraggio Internazionale al prestigioso festival di Clermont-Ferrand 2020 e ora in corsa per l’Oscar, Da Yie del ghanese Anthony Nti narra, con ritmo incalzante, l’avventura alla scoperta del pericoloso mondo degli adulti di due bambini di periferia e i dubbi esistenziali di un giovane criminale. Dall’Etiopia e dal Sudafrica due registe emergenti: Hiwot Admasu Getaneh, che si era già fatta notare a Venezia con il corto New Eyes, presenta al festival in prima italiana il suo secondo breve film A Fool God, su una ragazzina ribelle che non riesce a dare un senso alle credenze della nonna e comincia a interpretare a suo modo le antiche leggende, e Zamo Mkhwanazi nel corto Sadla (presentato a Toronto e al Sundance 2020) ci racconta in pochi minuti una piccola storia di abusi ordinari nella periferia di una città sudafricana. Dal CONCORSO EXTR’A, dedicato ai film di registi italiani, presentiamo per la prima volta in Italia, dopo l’anteprima mondiale al prestigioso festival del documentario Visions du Réel di Nyon, Talking Dreams di Bruno Rocchi, girato in un villaggio dell’Africa Occidentale dove gli ascoltatori di una radio locale raccontano i loro sogni per ricevere consigli e interpretazioni rivelando la psiche di una comunità segnata da miseria e migrazioni; un’inedita incursione nella comunità ivoriana di Napoli e nel fenomeno del coupé décalé, in L’armée rouge di Luca Ciriello, che racconta la determinazione di un giovane scappato dalla guerra civile a imporsi sulla scena di questo genere molto popolare, organizzando feste in cui vince chi ostenta più felicità, benessere e ricchezza. Dalla Tunisia, con Celles qui restent, la regista siciliana Ester Sparatore dà voce a un gruppo di donne che si battono contro l’oblio sociale dei loro cari, giunti in Italia clandestinamente e poi scomparsi: la proiezione al FESCAAAL lancia la distribuzione online del film, dal 25 marzo on demand su ZalABB e MioCinema,e in seguito al cinema e sulle principali piattaforme, distribuito da ANTANI in collaborazione con KIO film. Ancora una regia al femminile con Aboy, di Chiara Delva che segue un giovane del Gambia di ritorno a casa dall’Europa mentre cerca ostinatamente di rifarsi una vita; con i toni della commedia This Is Not Cricket di Jacopo de Bertoldi ci conduce nel cuore di un quartiere multietnico di Roma sulle tracce di due ragazzini che sognano di diventare star del cricket. Miglior film a Italiana.Corti del Festival di Torino 2020, Old Child di Elettra Bisogno racconta con un linguaggio sperimentale il viaggio frammentato d’immagini spettrali di Hazem, un giovane rollerblader di Gaza costretto a lasciare la sua terra.
Le sezioni parallele
FLASH
Ai tre concorsi e alla sezione speciale sul cinema al femminile, si affianca la sezione Flash che presenta anteprime di rilievo di registi affermati. Tra i titoli, l’anteprima italiana di MLK/FBI, il nuovo documentario di Sam Pollard (mitico produttore e montatore di Spike Lee, di Mo’ Better Blues, Jungle Fever e molti altri) che sulla base di file recentemente declassificati, svela la sorveglianza e i ricatti di J. Edgar Hoover e dell’FBI nei confronti del leader del movimento per idiritti civili Martin Luther King Jr. Il film è distribuito in Italia da Wanted Cinema.
Per la prima volta in Italia, il viaggio nel remoto Uzbekistan di Kiyoshi Kurosawa in To the Ends of the Earth, dove una giovane e frustrata reporter di telespazzatura giapponese si spinge oltre i confini emotivi e geografici per riprendere contatto con sé stessa. Dalla Cina, in collaborazione con l’Istituto Confucio dell’Università degli Studi di Milano, presentiamo quest’anno un’altra importante anteprima: So Long, My Son, il capolavoro di un grande maestro del cinema cinese Wang Xiaoshuai (Le biciclette di Pechino, Red Amnesia, Chongqing Blues), distribuito in sala in Italia da Fil Rouge Media - vincitore di due Orsi d’Argento per la migliore interpretazione femminile (Yong Mei) e maschile (Wang Jingchun) alla Berlinale - un intenso affresco familiare che, con un meccanismo ad incastro perfettamente architettato, attraversa ben tre decadi di storia cinese; sempre in collaborazione con il Confucio il kolossal in computer animation White Snake, realizzato dallo studio di animazione cinese Light Chaser con Warner Bros, diretto da Amp Wong e Ji Zhao. Il film unisce fantasy, musical e romance per raccontare una storia d’amore ispirata a un’antica leggenda popolare cinese in cui lo spirito di un serpente bianco si innamora perdutamente di un cacciatore di serpenti.
Nella sezione saranno proposti anche due dei maggiori successi del cinema africano degli ultimi due anni: sempre dalla Berlinale, il vincitore del Premio del Miglior documentario e Premio del Pubblico del Concorso Panorama, Talking About Trees di Suhaib Gasmelbari che insieme a Amjad Abu Alala - Leone del Futuro di Venezia 2019 - ha segnato la rinascita del cinema sudanese. Emozionante questo documentario dedicato a un gruppo di quattro registi, pionieri del cinema in Sudan, che hanno lottato tutta la vita contro un regime oppressivo e che da anziani fanno ancora atto di resistenza cercando di riaprire un cinema a Karthoum.
E TUTTI RIDONO...
La sezione più pop del festival dedicata alle commedie provenienti dai 3 continenti presenta quest’anno una commedia drammatica dal Brasile Three Summers della regista/artista brasiliana Sandra Kogut che racconta con ironia e humour amaro la corruzione del Brasile contemporaneo e gli effetti operazione anti-corruzione chiamata “autolavaggio” sulla governante tuttofare di una ricca famiglia caduta in disgrazia e si avvale della istrionica interpretazione della star brasiliana Regina Casé.
FUORI CONCORSO
Tra i film fuori concorso l’ultima opera di Beatriz Seigner (membro della Giuria del festival), il documentario Between Us, a Secret, scritta insieme a Walter Salles. La regista, che si era già cimentata fuori dal suo paese con la divertente commedia Bollywood Dream girata in India, si spinge dal Brasile nel continente africano sulle orme di Toumani Kouyaté, un griot di origini maliane residente in Brasile che viene chiamato dal nonno a tornare urgentemente nel suo paese natale per ascoltare un’ultima storia.
TAVOLA ROTONDA AFRICA TALKS
Domenica 21 marzo 2021, ore 18.00 su zoom
Il 30°FESCAAAL ospiterà anche il quarto appuntamento di Africa Talks dal titolo “Cityscapes: le trasformazioni dell’Africa urbana”: un evento speciale organizzato in collaborazione con Fondazione EDU dedicato all'Africa e ai suoi aspetti più tecnologici e innovativi che approfondirà il tema delle città africane che guardano al futuro.
La città africana appare sempre più in un certo senso come un arcipelago di aree diverse (per lo più non collegate), connesse principalmente attraverso reti informali o locali che rafforzano i legami all’interno delle comunità ma non con la città nel suo insieme.
Descrivere, attraversare, studiare questi cambiamenti e trasformazioni, diventa essenziale per potersi dotare di nuovi elementi di comprensione di ciò che è oggi forse il continente più dinamico del pianeta. Da queste premesse, e dai più recenti studi internazionali in materia di urbanistica, architettura, politiche abitative, muoverà il confronto di Africa Talks 2021 che vede come curatrice e moderatrice Maria Chiara Pastore, ricercatore presso il DAStU - Dipartimento architettura e studi urbani del Politecnico di Milano, esperta di trasformazioni urbane in Africa. Quattro relatori, da prospettive disciplinari differenti, porteranno le loro esperienze, riflessioni e casi-studio sui processi di urbanizzazione, sulle innovazioni in campo architettonico ed urbanistico e sui diversi modelli di crescita delle città, non dimenticando gli aspetti della marginalizzazione urbana e della sostenibilità ambientale: Yvonne Aki-Sawyerr Obe, sindaca di Freetown (Sierra Leone) che la BBC ha inserito nella lista delle 100 donne più influenti nel 2020, parlerà in particolare della transizione ambientale di questa metropoli in grande crescita; la celebre architetta etiope Rahel Shawl, ci racconterà della importanza della formazione di giovani professionisti capaci di interpretare le nuove sfide; Mutinta Munyati di UN Habitat farà un quadro generale sull'urbanizzazione in Africa e il regista angolano Fradique, autore del film in concorso al Festival Air Conditioner, affronterà il tema della relazione tra città e arte, in particolare nella città di Luanda dove gli artisti interpretano i segni profondi che la crescita vertiginosa e non pianificata della città durante la guerra civile ha lasciato negli edifici e nelle persone e li traducono in creazione estetica urbana e contemporanea.
Alla tavola rotonda si affiancherà la proiezione gratuita su Mymovies del film The Great Green Wall, documentario realizzato da Jared P. Scott e prodotto da Fernando Meirelles (Cidade de Deus), on the road musicale in cui la star della musica maliana, Inna Modja, intraprende un viaggio appassionante lungo il percorso del progetto della Grande Muraglia Verde, una barriera di alberi contro la desertificazione, la carestia, i mutamenti climatici da Dakar a Gibuti; un coast to coast africano in cui Inna duetta in ogni città un musicista/cantante locale (Didier Awadi, Songhoy Blues, Waje and Betty G) per la realizzazione dell’album che dovrà promuovere questo African Dream e dare una speranza di futuro al continente.
ACCESSO A TUTTI I FILM con un abbonamento acquistabile su MYmovies.it Abbonamento standard PRISMA (10 euro)
Abbonamento sostenitore GOLD (30 euro)
Gli incontri con gli autori: i Q&A, le ore del tè e gli eventi speciali sulla piattaforma Zoom
Il pubblico avrà la possibilità esclusiva di partecipare in prima persona alla diretta e interagire con gli ospiti. L’accesso agli incontri su Zoom sarà riservato a coloro che sono già iscritti alla newsletter del Festival e basterà compilare un semplice modulo online disponibile sul sito fescaaal.org per ricevere tutti i link degli incontri in programma.
In alternativa sarà possibile seguire tutti gli eventi, sempre in diretta, sui canali ufficiali youtube e facebook del Festival.
Il Festival del Cinema Africano, d’Asia e America Latina è organizzato dall’Associazione Centro Orientamento Educativo – COE www.coeweb.org ed è socio fondatore di MFN - Milano Film Network, la rete che unisce l'esperienza e le risorse dei sette festival di cinema milanesi.
2° MIWORLD YOUNG FILM FESTIVAL - MiWY
(15 – 28 marzo 2021)
Prosegue il bellissimo viaggio iniziato nel 2019 di MiWorld Young Film Festival - MiWY, il primo e unico festival di cinema per le scuole in Italia interamente dedicato alla conoscenza delle cinematografie e delle culture di Africa, Asia e America Latina e all'educazione interculturale. La seconda edizione di MiWY si terrà online sulla piattaforma MyMovies.it dal 15 al 28 marzo 2021 conquistando una dimensione nazionale.
Con 14 giorni, 13 film, 5 nuovi partner sparsi sul territorio nazionale, 3 giurie speciali, 4 premi, 1 masterclass per studenti delle scuole secondarie di 2° grado e 1 webinar per docenti, il MiWorld Young Film Festival sarà l’occasione per i giovani spettatori di conoscere cinematografie inedite e confrontarsi con registi dai tre continenti in un’ottica di dialogo interculturale. Un vero e proprio percorso di educazione alla Cittadinanza Globale, da inserire nel piano didattico di Educazione Civica.
Tra i film selezionati e presentati ad una platea di giovani spettatori l’opera buthanese Lunana: uno Yak in classe di Pawo Choyning Dorji una storia che parla di amicizia, rispetto dell’ambiente e dell’importanza dell’educazione, legata al culto dello yak, il grande mammifero asiatico, soggetto di molte tradizioni del Buthan. Dal Libano 1982 di Oualid Mouaness, un film che nasce dai ricordi del regista e ricostruisce il clima di stupore e incoscienza tra i banchi di scuola in quel giorno del 1982 in cui un’invasione aerea ha dato inizio alla prima guerra israelo-libanese.
"Quella di quest’anno - dichiarano le direttrici artistiche Annamaria Gallone e Alessandra Speciale - sarà quindi un’edizione “speciale” che, oltre a celebrare un anniversario importante, vuole essere una riflessione sulla storia del festival e sulla sua missione iniziale: promuovere la conoscenza delle cinematografie dei tre continenti per contribuire ad accrescere la diversità culturale dell’offerta cinematografica in Italia come occasione di dialogo, innovazione e creatività”.
Cambiano dunque le modalità ma non la varietà e la qualità dell’offerta culturale: 9 giorni di proiezioni sulla piattaforma MyMovies.it accompagnati da incontri con gli autori, eventi speciali e di approfondimento come sempre ispirati alle culture dei 3 continenti, il tutto fruibile in digitale. Tutti i film in programma saranno visibili con la sottoscrizione di un abbonamento; i dibattiti e gli eventi saranno ad accesso libero su Zoom e in streaming sui canali social del FESCAAAL.
La zebra prismatica, simbolo del festival, torna in scena vestita a festa, unita al claim di quest’anno, MiWorld From A to Zebra, che sintetizzare la vocazione di ricerca del FESCAAAL che, sin dalla sua nascita nel 1991, porta a Milano e in Italia la vivace scena artistica e culturale dei 3 continenti, con un’attenzione particolare alle nuove generazioni. Da non perdere le pillole dei 30 anni che ci accompagneranno sul web ripercorrendo con materiale d’archivio i momenti più significativi delle passate edizioni, trent’anni di storia del festival e del cinema dei tre continenti.
PROGRAMMA CINEMATOGRAFICO
La 30a edizione aprirà ufficialmente la programmazione cinematografica SABATO 20 marzo, ore 19.30 con un’inaugurazione in collegamento online con la direzione artistica, lo staff del festival e il pubblico, seguita dal lancio su MYmovies alle 20.30 del film d’apertura e proporrà 50 film (tra cui 22 prime italiane, 3 prima europea e 1 prima mondiale): una selezione delle produzioni più recenti di cinema di qualità proveniente da Africa, Asia, America Latina e Italia, scelte su circa 600 film ricevuti. Tutti i film sono presentati con sottotitoli in italiano.
Film d’apertura
Ad aprire la 30a edizione sarà uno dei più importanti film dell’Africa sub-sahariana dell’ultimo decennio, La nuit des rois ,del regista franco-ivoriano Philippe Lacôte. Seguiamo da anni la carriera di questo regista che oltre ad aver realizzato opere di grande valore (Run, Cannes 2014) ha anche dato un impulso notevole, come produttore, alla realizzazione di film di giovani registi di talento nel suo Paese. Dopo il lancio in prima mondiale il settembre scorso alla 77° Mostra del Cinema di Venezia, La nuit des rois sta ottenendo riconoscimenti in tutto il mondo, tra i premi più importanti citiamo il premio del pubblico Amplify Voices Award a Toronto 2020, il Premio della Giuria Giovani a Rotterdam 2021, e il Black Film Critics Circle Award 2021; attualmente il film è nella lista preliminare per l’Oscar 2021 nella categoria Miglior Film Straniero.
Girato nell’infernale prigione di Abidjan, la Maca, situata tra giungla e città, al confine tra natura selvaggia e civile, il film si cala nello spazio fisico e mentale di un prison movie per poi “evadere” dalla dimensione claustrofobica e trasformarsi in un grande omaggio alla tradizione orale dell’intrattenimento africano: griot, teatro, canti rituali, danza e magia. Secondo il rituale del carcere, difatti, un detenuto viene eletto a “roman” e deve riuscire a intrattenere gli altri prigionieri con i suoi racconti fino all’alba, pena la morte.
Sezione Speciale - Donne sull’orlo di cambiare il mondo
Novità importante di questa edizione è la partecipazione del FESCAAAL al palinsesto annuale I talenti delle donne, promosso dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano, in collaborazione con l’Ufficio Reti e Cooperazione Culturale con la sezione speciale “Donne sull’orlo di cambiare il mondo”. In programma, film recenti di registe provenienti da Africa, Asia e America Latina, e una tavola rotonda per riflettere sul cinema al femminile e il suo ruolo sociale in un'ottica contemporanea e promuovere la parità di genere e il valore delle diversità. Si tratta di un percorso inedito di auto-rappresentazione della donna sugli schermi per identificare gli elementi di novità e di rottura che il cinema indipendente extra-europeo, e in generale non occidentale, sta introducendo. Se l'industria del cinema relega ancora troppo spesso la donna a ruoli convenzionali e stereotipati, nell'ambito del cinema indipendente, più esplicitamente sociale e politico, sono spesso le donne, siano esse ribelli, oppresse o combattenti, le vere protagoniste che raccontano e denunciano.
Tra i titoli:
Noura’s Dream, di Hinde Boujemaa, regista tunisina che si era già fatta notare a Venezia nel 2012 con il documentario It Was Better Tomorrow. Dopo la prima mondiale a Toronto, in poco tempo il film raccoglie consensi internazionali (tra cui un premio prestigioso al Torino Film Festival), e si aggiudica il Tanit d’Oro alle Giornate cinematografiche di Cartagine, il più importante festival cinematografico tunisino e uno dei più antichi e prestigiosi festival dell’Africa e dei Paesi Arabi. Nel suo film “rivoluzionario” Hinde getta il velo della donna araba “vittima” e ritrae una donna mussulmana inedita che si batte per il diritto all’amore, anche fuori dal matrimonio, senza dover correre il rischio di essere portata davanti al tribunale. Dall’Arabia Saudita, la Settimana della Critica di Venezia 2019 ha presentato e premiato un altro film di grande rottura, Scales di Shahad Ameen, le cui sperimentazioni stilistiche danno vita al racconto immaginifico d’emancipazione di una ragazzina che si batte contro un rito ancestrale. La battaglia di questa trentenne di Jedda non si gioca solo sul campo della sfida al patriarcato, ma anche attraverso il dispositivo cinematografico stesso (in Arabia Saudita sono stati aperti i cinema nel 2018 dopo 35 anni di divieto). Fuori dai canoni del cinema di stampo neorealistico di denuncia sociale, Ameen osa un bianco e nero abbagliante e ci racconta una favola nera ispirata ad una leggenda pre-islamica, misteriosa e crudele, dove un’eroina tredicenne si batte per cambiare le regole nel suo villaggio.
Le tre sezioni competitive
In linea con il palinsesto dedicato ai talenti delle donne, i film in concorso quest’anno saranno giudicati da una Giuria internazionale di sole donne composta da alcuni volti emergenti del cinema mondiale: la tunisina Hinde Boujemaa (premiata nel 2019 al TFF per Le rêve de Noura); Beatriz Seigner, sceneggiatrice e regista brasiliana, vincitrice del Premio del Pubblico al FESCAAAL 2019 con Los silencios (film selezionato e premiato nel 2019 in più di venti festival internazionali tra cui Cannes) e presieduta da Michela Occhipinti (Presidente), prima regista italiana ad aver girato un film in Africa con una donna africana come protagonista, Il corpo della sposa, selezionato alla Berlinale 2019 e quarto film italiano più premiato nella classifica 2019 di cinemaitaliano.info.
La Giuria internazionale assegnerà il Premio “Comune di Milano” al Miglior Lungometraggio del Concorso Finestre sul Mondo, mentre una Giuria di giornalisti italiani attribuirà il Premio al Miglior Cortometraggio Africano e il Premio al Miglior film del Concorso Extr’A dedicato ai film italiani girati nei tre continenti e con uno sguardo sull'attualità del nostro paese.
Dal CONCORSO LUNGOMETRAGI FINESTRE SUL MONDO, tutti in prima nazionale, due film rivelazione della Semaine de la Critique di Cannes: Nuestras Madres di César Díaz (Caméra D’Or 2019) che narra la storia di un figlio ossessionato dalla ricerca delle spoglie del padre desaparecido ai tempi della guerra civile in Guatemala e lo humour e la satira sottile di Le miracle du saint inconnu di Alaa Eddine Aljem che, attraverso le peripezie di un ladro nel disperato tentativo di recuperare il suo bottino, racconta il Marocco contemporaneo. Sempre da Cannes, ma dalla sezione Un Certain Regard, il film Adam, opera prima di Maryam Touzani (una giovane regista marocchina che il FESCAAAL segue da anni, premiata per i suoi cortometraggi Quand ils dorment e Aya Goes to the Beach, distribuiti in Italia dal COE) che conferma il suo talento con una storia intima e sensibile di amicizia e solidarietà tra due donne sole, emarginate dalla società marocchina. Il film, che sarà distribuito in Italia da Movies Inspired, si avvale della magnifica interpretazione di una stella del cinema europeo e arabo, la belga Lubna Azabal che ha lavorato in più di 40 film con registi del calibro di André Techiné, Denis Villeneuve, Ridley Scott. Dalla Corea, invece, rimaniamo tra le mura di casa in Scattered Night delle registe Lee Jihyoung e Kim Sol (premiato come Miglior Film Coreano e Migliore attrice coreana al Jeonju Film Festival), con un inquietante ritratto familiare in cui genitori workaholic sul punto di divorziare si devono confrontare con figli molto precoci. Dal Kenya il documentario di Sam Soko, Softie (Premio Miglior Documentario al Sundance 2020) ci racconta 10 anni di vicissitudini politiche e familiari del giovane leader idealista Boniface Mwangi, dall’attivismo nelle piazze alle elezioni regionali sfidando apertamente le potenti e corrotte lobby politiche fino alle minacce di morte. Dalla Berlinale 2020, presentiamo in anteprima tre film: Veins of the World, terzo lungometraggio di Byambasuren Davaa (prima cineasta della Mongolia a raggiungere una fama internazionale con il documentario Storia del cammello che piange nel 2003), che incanta ancora una volta con la bellezza dei paesaggi delle steppe mongole su cui si estende, però, l’ombra dello sfruttamento indiscriminato delle compagnie minerarie; il vincitore del Premio della Giuria Generation Kplus, Los Lobos del messicano Samuel Kishi Leopo sulle difficoltà di adattamento di una mamma e dei suoi due bimbi immigrati da poco dal Messico negli USA e affascinati dal mito di Disneyland; la storia della giovane nomade Laila sullo sfondo dei magnifici paesaggi del Kashmir e delle tensioni dell'attuale conflitto in The Shepherdness and the Seven Songs di Pushpendra Singh. Dall’Angola la visione distopica del regista/artista Fradique che in Air Conditioner immagina che dai fatiscenti palazzi di Luanda comincino a cadere misteriosamente i condizionatori d’aria. Vincitore del Premio al Miglior Film del Cile 2019 la commedia drammatica tra realismo e musical pop latino Lina from Lima di María Paz González che ci propone il ritratto inedito di una domestica peruviana che dopo anni in Cile, lontana dalla famiglia, decide di inventarsi una nuova vita.
CONCORSO CORTOMETRAGGI AFRICANI
Dal Concorso Cortometraggi A,fricani segnaliamo il vincitore delle Giornate cinematografiche di Cartagine, True Story del tunisino Amine Lakhnech, un film anomalo nel panorama della produzione araba che si sta a poco a poco distaccando dall’approccio realistico e comincia a flirtare con i generi cinematografi. Qui il regista unisce la passione per i fumetti, la magia nera e l’horror gotico per raccontare la storia di emarginazione e rabbia giovanile di una ragazza reclusa sin dalla nascita perché nata con un cuore troppo grande. Vincitore del Grand Prix al Miglior Cortometraggio Internazionale al prestigioso festival di Clermont-Ferrand 2020 e ora in corsa per l’Oscar, Da Yie del ghanese Anthony Nti narra, con ritmo incalzante, l’avventura alla scoperta del pericoloso mondo degli adulti di due bambini di periferia e i dubbi esistenziali di un giovane criminale. Dall’Etiopia e dal Sudafrica due registe emergenti: Hiwot Admasu Getaneh, che si era già fatta notare a Venezia con il corto New Eyes, presenta al festival in prima italiana il suo secondo breve film A Fool God, su una ragazzina ribelle che non riesce a dare un senso alle credenze della nonna e comincia a interpretare a suo modo le antiche leggende, e Zamo Mkhwanazi nel corto Sadla (presentato a Toronto e al Sundance 2020) ci racconta in pochi minuti una piccola storia di abusi ordinari nella periferia di una città sudafricana. Dal CONCORSO EXTR’A, dedicato ai film di registi italiani, presentiamo per la prima volta in Italia, dopo l’anteprima mondiale al prestigioso festival del documentario Visions du Réel di Nyon, Talking Dreams di Bruno Rocchi, girato in un villaggio dell’Africa Occidentale dove gli ascoltatori di una radio locale raccontano i loro sogni per ricevere consigli e interpretazioni rivelando la psiche di una comunità segnata da miseria e migrazioni; un’inedita incursione nella comunità ivoriana di Napoli e nel fenomeno del coupé décalé, in L’armée rouge di Luca Ciriello, che racconta la determinazione di un giovane scappato dalla guerra civile a imporsi sulla scena di questo genere molto popolare, organizzando feste in cui vince chi ostenta più felicità, benessere e ricchezza. Dalla Tunisia, con Celles qui restent, la regista siciliana Ester Sparatore dà voce a un gruppo di donne che si battono contro l’oblio sociale dei loro cari, giunti in Italia clandestinamente e poi scomparsi: la proiezione al FESCAAAL lancia la distribuzione online del film, dal 25 marzo on demand su ZalABB e MioCinema,e in seguito al cinema e sulle principali piattaforme, distribuito da ANTANI in collaborazione con KIO film. Ancora una regia al femminile con Aboy, di Chiara Delva che segue un giovane del Gambia di ritorno a casa dall’Europa mentre cerca ostinatamente di rifarsi una vita; con i toni della commedia This Is Not Cricket di Jacopo de Bertoldi ci conduce nel cuore di un quartiere multietnico di Roma sulle tracce di due ragazzini che sognano di diventare star del cricket. Miglior film a Italiana.Corti del Festival di Torino 2020, Old Child di Elettra Bisogno racconta con un linguaggio sperimentale il viaggio frammentato d’immagini spettrali di Hazem, un giovane rollerblader di Gaza costretto a lasciare la sua terra.
Le sezioni parallele
FLASH
Ai tre concorsi e alla sezione speciale sul cinema al femminile, si affianca la sezione Flash che presenta anteprime di rilievo di registi affermati. Tra i titoli, l’anteprima italiana di MLK/FBI, il nuovo documentario di Sam Pollard (mitico produttore e montatore di Spike Lee, di Mo’ Better Blues, Jungle Fever e molti altri) che sulla base di file recentemente declassificati, svela la sorveglianza e i ricatti di J. Edgar Hoover e dell’FBI nei confronti del leader del movimento per idiritti civili Martin Luther King Jr. Il film è distribuito in Italia da Wanted Cinema.
Per la prima volta in Italia, il viaggio nel remoto Uzbekistan di Kiyoshi Kurosawa in To the Ends of the Earth, dove una giovane e frustrata reporter di telespazzatura giapponese si spinge oltre i confini emotivi e geografici per riprendere contatto con sé stessa. Dalla Cina, in collaborazione con l’Istituto Confucio dell’Università degli Studi di Milano, presentiamo quest’anno un’altra importante anteprima: So Long, My Son, il capolavoro di un grande maestro del cinema cinese Wang Xiaoshuai (Le biciclette di Pechino, Red Amnesia, Chongqing Blues), distribuito in sala in Italia da Fil Rouge Media - vincitore di due Orsi d’Argento per la migliore interpretazione femminile (Yong Mei) e maschile (Wang Jingchun) alla Berlinale - un intenso affresco familiare che, con un meccanismo ad incastro perfettamente architettato, attraversa ben tre decadi di storia cinese; sempre in collaborazione con il Confucio il kolossal in computer animation White Snake, realizzato dallo studio di animazione cinese Light Chaser con Warner Bros, diretto da Amp Wong e Ji Zhao. Il film unisce fantasy, musical e romance per raccontare una storia d’amore ispirata a un’antica leggenda popolare cinese in cui lo spirito di un serpente bianco si innamora perdutamente di un cacciatore di serpenti.
Nella sezione saranno proposti anche due dei maggiori successi del cinema africano degli ultimi due anni: sempre dalla Berlinale, il vincitore del Premio del Miglior documentario e Premio del Pubblico del Concorso Panorama, Talking About Trees di Suhaib Gasmelbari che insieme a Amjad Abu Alala - Leone del Futuro di Venezia 2019 - ha segnato la rinascita del cinema sudanese. Emozionante questo documentario dedicato a un gruppo di quattro registi, pionieri del cinema in Sudan, che hanno lottato tutta la vita contro un regime oppressivo e che da anziani fanno ancora atto di resistenza cercando di riaprire un cinema a Karthoum.
E TUTTI RIDONO...
La sezione più pop del festival dedicata alle commedie provenienti dai 3 continenti presenta quest’anno una commedia drammatica dal Brasile Three Summers della regista/artista brasiliana Sandra Kogut che racconta con ironia e humour amaro la corruzione del Brasile contemporaneo e gli effetti operazione anti-corruzione chiamata “autolavaggio” sulla governante tuttofare di una ricca famiglia caduta in disgrazia e si avvale della istrionica interpretazione della star brasiliana Regina Casé.
FUORI CONCORSO
Tra i film fuori concorso l’ultima opera di Beatriz Seigner (membro della Giuria del festival), il documentario Between Us, a Secret, scritta insieme a Walter Salles. La regista, che si era già cimentata fuori dal suo paese con la divertente commedia Bollywood Dream girata in India, si spinge dal Brasile nel continente africano sulle orme di Toumani Kouyaté, un griot di origini maliane residente in Brasile che viene chiamato dal nonno a tornare urgentemente nel suo paese natale per ascoltare un’ultima storia.
TAVOLA ROTONDA AFRICA TALKS
Domenica 21 marzo 2021, ore 18.00 su zoom
Il 30°FESCAAAL ospiterà anche il quarto appuntamento di Africa Talks dal titolo “Cityscapes: le trasformazioni dell’Africa urbana”: un evento speciale organizzato in collaborazione con Fondazione EDU dedicato all'Africa e ai suoi aspetti più tecnologici e innovativi che approfondirà il tema delle città africane che guardano al futuro.
La città africana appare sempre più in un certo senso come un arcipelago di aree diverse (per lo più non collegate), connesse principalmente attraverso reti informali o locali che rafforzano i legami all’interno delle comunità ma non con la città nel suo insieme.
Descrivere, attraversare, studiare questi cambiamenti e trasformazioni, diventa essenziale per potersi dotare di nuovi elementi di comprensione di ciò che è oggi forse il continente più dinamico del pianeta. Da queste premesse, e dai più recenti studi internazionali in materia di urbanistica, architettura, politiche abitative, muoverà il confronto di Africa Talks 2021 che vede come curatrice e moderatrice Maria Chiara Pastore, ricercatore presso il DAStU - Dipartimento architettura e studi urbani del Politecnico di Milano, esperta di trasformazioni urbane in Africa. Quattro relatori, da prospettive disciplinari differenti, porteranno le loro esperienze, riflessioni e casi-studio sui processi di urbanizzazione, sulle innovazioni in campo architettonico ed urbanistico e sui diversi modelli di crescita delle città, non dimenticando gli aspetti della marginalizzazione urbana e della sostenibilità ambientale: Yvonne Aki-Sawyerr Obe, sindaca di Freetown (Sierra Leone) che la BBC ha inserito nella lista delle 100 donne più influenti nel 2020, parlerà in particolare della transizione ambientale di questa metropoli in grande crescita; la celebre architetta etiope Rahel Shawl, ci racconterà della importanza della formazione di giovani professionisti capaci di interpretare le nuove sfide; Mutinta Munyati di UN Habitat farà un quadro generale sull'urbanizzazione in Africa e il regista angolano Fradique, autore del film in concorso al Festival Air Conditioner, affronterà il tema della relazione tra città e arte, in particolare nella città di Luanda dove gli artisti interpretano i segni profondi che la crescita vertiginosa e non pianificata della città durante la guerra civile ha lasciato negli edifici e nelle persone e li traducono in creazione estetica urbana e contemporanea.
Alla tavola rotonda si affiancherà la proiezione gratuita su Mymovies del film The Great Green Wall, documentario realizzato da Jared P. Scott e prodotto da Fernando Meirelles (Cidade de Deus), on the road musicale in cui la star della musica maliana, Inna Modja, intraprende un viaggio appassionante lungo il percorso del progetto della Grande Muraglia Verde, una barriera di alberi contro la desertificazione, la carestia, i mutamenti climatici da Dakar a Gibuti; un coast to coast africano in cui Inna duetta in ogni città un musicista/cantante locale (Didier Awadi, Songhoy Blues, Waje and Betty G) per la realizzazione dell’album che dovrà promuovere questo African Dream e dare una speranza di futuro al continente.
ACCESSO A TUTTI I FILM con un abbonamento acquistabile su MYmovies.it Abbonamento standard PRISMA (10 euro)
Abbonamento sostenitore GOLD (30 euro)
Gli incontri con gli autori: i Q&A, le ore del tè e gli eventi speciali sulla piattaforma Zoom
Il pubblico avrà la possibilità esclusiva di partecipare in prima persona alla diretta e interagire con gli ospiti. L’accesso agli incontri su Zoom sarà riservato a coloro che sono già iscritti alla newsletter del Festival e basterà compilare un semplice modulo online disponibile sul sito fescaaal.org per ricevere tutti i link degli incontri in programma.
In alternativa sarà possibile seguire tutti gli eventi, sempre in diretta, sui canali ufficiali youtube e facebook del Festival.
Il Festival del Cinema Africano, d’Asia e America Latina è organizzato dall’Associazione Centro Orientamento Educativo – COE www.coeweb.org ed è socio fondatore di MFN - Milano Film Network, la rete che unisce l'esperienza e le risorse dei sette festival di cinema milanesi.
2° MIWORLD YOUNG FILM FESTIVAL - MiWY
(15 – 28 marzo 2021)
Prosegue il bellissimo viaggio iniziato nel 2019 di MiWorld Young Film Festival - MiWY, il primo e unico festival di cinema per le scuole in Italia interamente dedicato alla conoscenza delle cinematografie e delle culture di Africa, Asia e America Latina e all'educazione interculturale. La seconda edizione di MiWY si terrà online sulla piattaforma MyMovies.it dal 15 al 28 marzo 2021 conquistando una dimensione nazionale.
Con 14 giorni, 13 film, 5 nuovi partner sparsi sul territorio nazionale, 3 giurie speciali, 4 premi, 1 masterclass per studenti delle scuole secondarie di 2° grado e 1 webinar per docenti, il MiWorld Young Film Festival sarà l’occasione per i giovani spettatori di conoscere cinematografie inedite e confrontarsi con registi dai tre continenti in un’ottica di dialogo interculturale. Un vero e proprio percorso di educazione alla Cittadinanza Globale, da inserire nel piano didattico di Educazione Civica.
Tra i film selezionati e presentati ad una platea di giovani spettatori l’opera buthanese Lunana: uno Yak in classe di Pawo Choyning Dorji una storia che parla di amicizia, rispetto dell’ambiente e dell’importanza dell’educazione, legata al culto dello yak, il grande mammifero asiatico, soggetto di molte tradizioni del Buthan. Dal Libano 1982 di Oualid Mouaness, un film che nasce dai ricordi del regista e ricostruisce il clima di stupore e incoscienza tra i banchi di scuola in quel giorno del 1982 in cui un’invasione aerea ha dato inizio alla prima guerra israelo-libanese.